Lettera inviata da Modena il 13 aprile 1883. In una recente escursione Pirotta ha raccolto gli esemplari di Narcissus spiralis per la Società Elvetica. Ha anche trovato Tulipa praecox. Ha mandato a Uechritz 540 piante del Modenese, su cui dovrebbe fare osservazioni interessanti, essendo un botanico dottissimo. Sono poi da aggiungere le piante spedite da Riva. Pirotta manderà a Gibelli l’elenco delle piante da aggiungere alla Flora del Modenese.
Lettera intestata “Regia Università Modena - Direzione Orto Botanico”, inviata da Modena il 16 marzo 1883. Pirotta ha avuto parecchi contrattempi, anche di salute, che gli hanno impedito di concentrarsi sul lavoro sulle Oleaceae. Ha ricevuto da Gibelli il lavoro sul castagno. Uechtritz ha chiesto a Pirotta le piante del Modenese. Licopoli e Pasquale si sono divisi a Napoli l’eredità di Cesati: il primo è direttore dell’Orto e l’altro professore di Botanica. Borzì tende però con molto animo verso Napoli. Pirotta preparerà in autunno il primo fascicolo sulle Crittogame del Modenese.
Lettera inviata da Modena il 22 febbraio 1883. Pirotta si rallegra con Gibelli per l’invito che il Rettore di Torino gli ha rivolto di andare in detta città. E’ però spiaciuto per la lontananza che si creerà. Spera più solo in un ordinariato, per sollevare le sue magre finanze. La prima parte del lavoro sulle Oleaceae è terminata e Pirotta spera che Caruel gliela pubblichi in tempi brevi. Pirotta è avvilito, però parteciperà per onor di firma ad alcuni concorsi. La cattedra di Cesati a Napoli sarà certo contesa tra Licopoli, Comes e Borzì. Rimarrebbe Bologna, lasciata libera da Gibelli. Pirotta spera che Briosi intenda andare a Napoli, subito dopo essere stato nominato a Pavia oppure desideri andare a Bologna al posto vacante di Gibelli. In tal caso Pirotta, secondo al concorso di Pavia, potrebbe essere chiamato in quella città.
Lettera intestata “Regia Università Modena - Direzione Orto Botanico”, inviata da Modena il 15 febbraio 1883. Pirotta manda a Gibelli un pacco di piante raccolte di recente, affinché le determini. Lo prega anche di esaminare le piante inviate da Riva. In tutto saranno una cinquantina di piante e pertanto si potrà preparare un supplemento delle piante del Modenese.
Lettera inviata da Modena il 7 febbraio 1883. Pirotta è dispiaciuto di non possedere le piante chieste da Gibelli per mandarle a Groves. Non ha più avuto notizie dei concorsi di Pavia e di Torino. Pirotta chiede a Gibelli se non ha da regalargli piante doppie di Sardegna per l’erbario di Modena.
Lettera inviata da Modena l’1 febbraio 1883. Pirotta ringrazia Gibelli per l’impegno che sta mettendo nell’aiutare, tramite il cognato, suo fratello a trovare un impiego. Penzig è ormai installato.
Lettera intestata “Regia Università Modena - Direzione Orto Botanico”, inviata da Modena il 23 gennaio 1883. Cannizzaro ha fatto poco per fare passare il concorso di Torino. Per fortuna Bizzozero e compagni si batteranno in favore. Se Gibelli vincesse il concorso per Torino, Pirotta penserebbe di andare a sostituirlo a Bologna.
Lettera intestata “Regia Università Modena - Direzione Orto Botanico”, inviata da Modena il 9 gennaio 1883. Pare che il concorso di Torino non venga annullato, ma venga rifatta la votazione. Si accenna a quanto si dovrebbe fare per rendere valida la votazione stessa. Pirotta spera, se Gibelli sceglie di andare a Torino e se Borzì accetta di andare a Bologna, di poter essere chiamato a Pavia. Penzig, andando direttamente a Roma, ha ottenuto subito il decreto provvisorio di nomina. Pirotta ha mandato a Gibelli un pacco di trifogli e presto ne manderà altri due.
Lettera inviata da Pavia il 21 settembre 1876. Scarenzio aveva informato Pirotta di un posto libero in un liceo di un’importante città lombarda. Purtroppo poco dopo gli era stato comunicato che il posto era stato preso d’assalto da molti professori operanti in Sicilia e pertanto l’occasione era sfumata. Pirotta spera che Gibelli gli trovi un posto alla Stazione agraria di Modena. Sartorio concorrerà per avere la cattedra di Geologia e Mineralogia a Modena.
Lettera inviata da Pavia il 14 luglio 1875. Pirotta fornisce a Gibelli l’elenco delle pubblicazioni sulla malattia del castagno possedute a Pavia. Molti colleghi di Pirotta inviano a Gibelli i loro saluti.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 4 marzo 1885. Il tanto lavoro impedisce a Pirotta di scrivere agli amici. Oltre al lavoro ordinario in istituto, deve assolvere ai numerosi incarichi che gli affibbia il ministero dell’Agricoltura. D’altra parte a lui conviene adempiere ai compiti assegnatigli dal ministro, perché ha bisogno del suo aiuto. Purtroppo il fratello minore di Pirotta continua a combinare guai. Spera che Gibelli sia in commissione per il concorso di Genova.
Lettera inviata da Genova il 9 dicembre 1898. Piccone si scusa del ritardo con cui la cassa di piante è arrivata a Torino. Il motivo è che, essendo lui assente, la posta non l’ha accettata in porto assegnato e solo al suo ritorno ha potuto pagare la spedizione.
Lettera inviata da Genova il 9 febbraio 1888. Piccone approfitta del giovedì grasso per scrivere agli amici. All’ultimo nato è comparsa la varicella. Il medico di famiglia ha consigliato a tutti di farsi rivaccinare. Piccone ha ripreso i suoi studi di geografia algologica, ma frequenta poco l’erbario, onde evitare di incontrare Baglietto. Penzig gli ha prestato alcuni libri che Baglietto gli aveva tolto. Il Coggiola, cui Penzig tiene molto, insegnerà Scienze all’istituto magistrale di Aosta.
Lettera inviata da Genova l’8 dicembre 1887. Piccone restituisce a Gibelli la lettera che quest’ultimo ha ricevuto da Penzig, affinché la leggesse per intero. E’ evidente che se “caca-filo” [Baglietto] non se ne va, non vi è possibilità alcuna che qualcun’altro diventi conservatore dell’erbario. Gibelli suggerisce a Piccone di concorrere per la cattedra di Botanica di Cagliari. Quest’ultimo fa presente a Gibelli gli scarsi vantaggi che ne potrebbe avere.
Lettera inviata da Genova il 9 novembre 1887. Piccone è rattristato per il cattivo stato di salute di Gibelli e della moglie. Lo ringrazia per l’intenzione di scrivere a Penzig nel tentativo di aiutarlo. La malefica lingua di Baglietto non sa fermarsi. Recentemente ha dovuto firmare una formale ritrattazione, per non essere condannato per diffamazione.
Lettera inviata da Genova il 6 ottobre 1887. Piccone a metà agosto ha scritto a Gibelli a Torre Pellice, ma non ha avuto risposta. Nella lettera veniva confidato un segreto di cui neppure la famiglia di Piccone era a conoscenza. Vi era anche la sintesi di un colloquio avuto con Penzig [purtroppo non si sa di che cosa si tratti]. Probabilmente la lettera è andata smarrita.
Lettera inviata da Genova il 25 luglio 1887. Nelle prossime vacanze la famiglia Piccone si dividerà: la moglie andrà alla Gattorna e Piccone andrà con il vecchio padre ad Albissola. Penzig andrà alla Mortola, dove dispone di una splendida villa.
Lettera inviata da Genova il 5 maggio 1882. Piccone non può fare avere al barone Valiante quanto richiede, poiché ritiene che Naccari non abbia mai fatto lavori sulle alghe liguri, ma soltanto su quelle adriatiche. Gibelli ha richiesto a Piccone radici di castagni perfettamente sani. Doria è rientrato da Tunisi, finalmente risanato. Delpino non ha molta intenzione di presenziare alla cerimonia dei busti. La signora Beccari sta preparando un/una Beccarino/a.
Lettera inviata da Genova il 2 luglio 1887. Alla 6,25 è nato in casa Piccone un bel maschietto, cui verrà dato il nome di quello morto di recente, Tito (Secondo). Piccone prega Gibelli di ringraziare Belli per l’opuscolo inviato.