Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 23 dicembre 1885. A Roma, il posto lasciato libero da Battaglini, andato a Napoli, fu affidato a un matematico. Morto Ponzi, il posto è ora conteso da altri due matematici. E’ perciò poco probabile che un posto di ordinario venga affidato a Pirotta, essendo i matematici in maggioranza nella facoltà. Pirotta però non ha voglia di trasferirsi, dopo avere tanto lavorato a Roma, anche se vi sarebbe la possibilità di concorrere per il posto di professore ordinario a Genova, dopo la rinuncia di Borzì. I giornali dicono che Capellini verrà a Roma.
Lettera inviata da Roma il 7 novembre 1885. Pirotta manderà a Gibelli il più presto possibile i trifogli dell’erbario Cesati [Gibelli pubblicherà una monografia sui trifogli italiani] e l’elenco dei campioni doppi delle crittogame di Cesati e De Notaris, affinché Gibelli possa completare le collezioni di Anzi. La partenza di Battaglini per Napoli ha compromesso le possibilità di Pirotta di conseguire l’ordinariato.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 18 agosto 1885. Pirotta giustifica il suo silenzio epistolare col fatto di essersi dovuto occupare, aiutato da Canepa, dell’erbario di Cesati, che aveva urgente bisogno di essere disinfettato con il sublimato e in seguito di essere riordinato. Anche il materiale in alcol del museo ha dovuto essere rimesso in ordine, per evitare un irrimediabile deterioramento. Pirotta è anche riuscito finalmente a completare il catalogo della biblioteca. Purtroppo l’Orto e i locali dell’istituto sono ancora molto in disordine.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 28 maggio 1885. Pirotta è risentito con Gibelli, che è convinto che abbia trattato di nascosto l’acquisto dell’erbario di Cesati, eludendo l’interesse per l’affare da parte dell’Orto di Torino. Pirotta spiega invece che il colonnello Cesati [figlio del botanico Vincenzo], non essendo riuscito a trovare un accordo a Torino con Boselli, lo aveva contattato e concluso la vendita con lui, che era riuscito a ottenere 10.000 lire dall’Università, da unire alle 25.000 procurate dal ministero.
Lettera inviata da Pavia l’1 dicembre 1876. Garovaglio ha aumentato lo stipendio di Pirotta a 1000 lire, che si aggiungono alle 1000 del posto di assistente di Zoologia. E’ però oppresso dal lavoro e non ha tempo di occuparsi di ricerca.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 15 aprile 1885. Pirotta a giorni andrà a Napoli a prendere l’erbario Cesati, di cui finalmente esiste il contratto di acquisto. Lo porterà a Roma e cercherà di sistemarlo in qualche luogo. Baccarini purtroppo lascerà Pirotta, perché Briosi a Pavia gli ha offerto un posto più vantaggioso. Per fortuna c’è ancora Avetta, che però non ha intenzione di accontentarsi di 1.200 lire mensili per molto tempo. Il ministro gli ha promesso di aumentare lo stipendio di assistente, però non prima del 1886. E dire che a Roma vi sono assistenti che prendono 2.500 lire!
Lettera inviata da Roma il 19 dicembre 1884. Pirotta è soddisfatto dei molti allievi e frequentatori del suo laboratorio. E’ pronto l’ultimo fascicolo dell’Annuario, di cui elenca il titolo dei lavori. Coppino è favorevole ai lavori per il giardino botanico, però i lavori procedono a rilento. Pirotta desidera sapere notizie dell’erbario di Cesati. Spera non abbia fatto la fine di certi pacchi di funghi che ha visto da Comes.
Lettera inviata da Roma il 26 novembre 1884. Pirotta ringrazia Gibelli per il lusinghiero giudizio espresso per l’Annuario. Di parere analogo sono stati Caruel, Penzig e Borzì. Pirotta spera di coprire le spese con il contratto, benché un po’ “ebraico”, fatto con Hoepli. Miraglia gli ha fatto sapere che è desiderata la sua presenza a Torino a metà ottobre, come membro della commissione consultiva, al congresso internazionale sulla filossera. Pirotta sta riordinando la biblioteca e si lamenta della scarsità di personale docente. Vorrebbe sistemare un bravo giovane, Avetta, e chiede aiuto a Gibelli. Il fratello di Pirotta si è sistemato e lui spera di aver finito di fargli da padre e di mantenerlo.
Lettera inviata da Roma il 22 agosto 1884. Pirotta fa avere a Gibelli il primo numero dell’Annuario dell’Orto botanico romano, per avere il suo spassionato parere ed eventuali consigli per migliorarlo. A metà settembre sarà a Torino per la riunione straordinaria della Società di Scienze naturali, dove spera di incontrare Gibelli. Il giorno seguente Pirotta andrà, nonostante il pericolo di briganti, al monte Gennaro sopra Tivoli ad erborizzare. Informa Gibelli “dell’imminente sacrificio del nubendo Penzig”, che sostiene di essersi ben preparato.
Lettera inviata da Portici il 28 luglio 1884. Pirotta è andato a Pompei, Castellamare e Sorrento, ma il caldo estremo aveva seccato ogni pianta, tranne la Campanula fragilis. Non ha trovato Ipomoea arenaria. E’ necessario che Pirotta torni a Roma, per controllare se in sua assenza i lavori sono progrediti. A metà settembre verrà a Torino. Spera che Gibelli sia rientrato, altrimenti passerà a trovarlo a Graglia nel Biellese, dovendo andare anche a Milano e a Pavia. A Portici ha visto più volte Savastano che si sta occupando della malattia del fico. Pirotta chiede a Gibelli notizie dell’erbario Cesati. Si chiede come abbia fatto Comes ad avere a disposizione per studiarli 1.600 miceti raccolti da Cesati nell’Italia meridionale.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 2 luglio 1884. Purtroppo i numerosi impegni impediscono a Pirotta di compiere l’escursione alla Maiella con Gibelli e i fratelli Mattirolo. I progetti per il trasferimento dell’Orto botanico a Villa Corsini dovrebbero essere pronti. Pirotta andrà in vacanza a Portici; verrà a Torino a settembre.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 26 giugno 1884. Pirotta riferisce a Gibelli che suo fratello Giuseppe non è ancora stato assunto alle ferrovie, nonostante abbia ottenuto al concorso un punteggio superiore a quello di alcune Persone già assunte. All’ufficio centrale gli è stato detto che queste ultime avevano avuto una raccomandazione. Pirotta supplica pertanto Gibelli di raccomandare il fratello, prima che commetta qualche grosso guaio.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma l’1 giugno 1884. Pirotta elenca gli impegni che negli ultimi due mesi gli hanno impedito di scrivere a Gibelli. Gli manda alcuni esemplari di Anemone apennina e di Trifolium latinum, e un pezzo di tronco di palma. Pirotta spera di trovare i soldi per il secondo numero dell’Annuario dell’Orto Botanico, su cui comparirà anche il suo lavoro sulle foglie delle Oleaceae. Pirotta chiede a Gibelli di essere aggiornato sui partecipanti al concorso di Bologna. I lavori per l’Orto sono fermi. Borzì e altri botanici, approfittando dell’Esposizione di Torino e del Congresso orticolo, vorrebbero riunirsi per proporre la fondazione di una società botanica. Pirotta vorrebbe sapere il parere di Gibelli.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 9 aprile 1884. Pirotta elenca alcune piante interessanti raccolte ad Anzio e a Nettuno. Andrà presto a Frascati e ad Albano. Magnus è stato a Roma e ha raccolto, guidato da Canepa, alcune piante rare al demolendo Testaccio. Purtroppo l’acquisto delle collezioni di Cesati va a rilento, perché mancano 30.000 lire, che il municipio non ha. Depretis era favorevole e anche Baccelli, ma le vicende del governo hanno mandato a monte l’iniziativa. I lavori nell’Orto aspettano che il ministro Coppino riveda i progetti.
Lettera inviata da Roma il 28 marzo 1884. Pirotta manda a Gibelli alcune sezioni di rami di Pircunia dioica e in seguito gli farà avere anche sezioni di tronco di dattero. Con la morte politica del ministro Baccelli, vi è stato un notevole rallentamento dei lavori da eseguire per il nuovo Orto botanico. Pirotta è stupito che il ministero mandi a Pietroburgo al congresso orticolo Briosi, che conosce pochissimo le piante. Vengono elencate alcune piante raccolte di recente da Pirotta, che si ripromette di esplorare in futuro le paludi pontine e il Circeo.
Lettera inviata da Pavia 18 ottobre 1876. Pirotta è preoccupato della salute di Gibelli e gli consiglia di riposarsi per un anno, lasciando da parte lezioni, studi e ricerche. Ha confermato il proprio impegno nel laboratorio a Pavia e spera che la situazione si smuova l’anno prossimo.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 14 febbraio 1884. Pirotta espone nuovamente a Gibelli quali sono, a suo avviso, i pro e i contro della sua partecipazione o dell’eventuale suo ritiro al concorso di Bologna.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 6 febbraio 1884. Pirotta è lieto che Gibelli debba venire a Roma per qualche giorno. Purtroppo per Pirotta, al concorso di Bologna concorreranno 14 Persone, alcune delle quali più meritevoli di lui. Chiede consiglio sul da farsi a Gibelli. Se ha qualche probabilità di avere una buona votazione, che gli consenta di chiedere il trasferimento dell’ordinariato a Roma, concorrerà; in caso contrario rinuncerà a partecipare.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 24 gennaio 1884. Pirotta ha ricevuto le bozze del supplemento delle piante del Modenese ed elenca a Gibelli alcune osservazioni e richieste di chiarimenti. Seguono i titoli dei cinque lavori contenuti nel primo Annuario dell’Orto botanico romano, che uscirà entro aprile. E’ presente anche il lavoro di Pirotta sui semi delle Oleaceae, che Caruel non si decideva a pubblicare. Finalmente Pirotta ha trovato un accordo con Sella, che aveva cercato di interferire sui progetti di sistemazione dell’Orto botanico. Sella parlava però per bocca di altri messeri, che anche lo ostacolavano quando era presidente dell’Accademia dei Lincei.
Lettera intestata “R. Giardino Botanico - Roma”, inviata da Roma il 24 dicembre 1883. Pirotta elenca a Gibelli una serie di difficoltà, soprattutto di carattere burocratico, che comportano ritardi nel finanziamento e nell’esecuzione dei lavori. Spera per Pasqua di far uscire il primo fascicolo dell’Annuario dell’Orto botanico romano.