Area dell'identificazione
Codice di riferimento
Titolo
Date
- 1896-04-17 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto
1 lettera
Area del contesto
Nome del soggetto produttore
Storia archivistica
Modalità di acquisizione
Area del contenuto e della struttura
Ambito e contenuto
Lettera inviata da Goettingen il 17 aprile 1896. Dopo avere di recente spedito a Ferrero parecchie lettere che parlavano di lavoro, Buscalioni dedica tutto il presente scritto a Gibelli, per raccontargli un po’ della vita in Germania. Si è a metà aprile, ma di tanto in tanto cade ancora la neve. Le case a Gottinga non hanno portineria: si può salire ai piani e sui pianerottoli ci si imbatte in una specie di salotto, arredato con oggetti anche di un certo lusso. La cosa stupefacente è che nessuno ruba. Inoltre uno sconosciuto può pranzare per un mese intero in un albergo, senza che gli si chieda un anticipo. In Italia siamo veramente indietro! In una cosa sola siamo superiori: da noi i carretti sono trainati a mano, mentre a Gottinga sono trascinati dai cani, che fanno un chiasso indiavolato e a volte sfuggono al controllo dell’uomo. Buscalioni confessa che pensa sempre ai laboratori di Torino dove i suoi maestri lo hanno indirizzato alla scienza. E’ venuto in Germania solo perché i tedeschi hanno più mezzi e sanno attrezzarsi meglio. Ha scritto recentemente al professor Foà, chiedendogli notizie sui saccaromiceti patogeni. Sulla cartolina gli ha anche scritto che l’Università di Gottinga non è in mano a uno o due affaristi gonfiati come palloni, come purtroppo accade a Torino. Foà non gli ha risposto e Buscalioni teme si sia offeso. La cosa gli spiace, perché non alludeva certo a Foà, anche perché le Persone cui si accennava erano note urbi et orbi Gli scriverà comunque, per dirgli che Massucci di Pisa gli ha inviato le notizie richieste. Non si stupirebbe che Foà, che è ebreo, abbia voluto risparmiare dieci centesimi di risposta. Berthold manderà presto a Torino una sua fotografia. Buscalioni prega Gibelli di salutare Mattirolo, cui spedirà la traduzione dell’opera Mikroskop di Zimmermann. Saluti anche a Ferrero, a Belli, con cui non vede l’ora di colloquiare in tedesco e al fantasma Berrino.