Lettera inviata da Firenze il 7 luglio 1870. Marcucci tornerà presto all’Elba e raccoglierà le piante desiderate da Gibelli. Ha trovato a Firenze il migliore incisore in pietra, il tedesco Lein, dello stabilimento di G. Pellas. E’ però necessario che Gibelli mandi urgentemente il disegno della Normandina jungermanniae. Cesati, a Ripoli alla villa di Adorno, ha osservato in un mucchio di granturco alcuni chicchi colpiti da un fungo. Sarà difficile farne molti esemplari [da inviare agli iscritti all’Erbario Crittogamico Italiano]. Marcucci dice a Gibelli che, se andando a Ripoli o scartabellando nell’erbario di Odoardo [Beccari] ne trovasse qualche esemplare, glieli farà avere.
Lettera inviata da Portoferraio l’8 giugno 1870. Marcucci è all’Elba e fa avere a Gibelli esemplari di Cymodocea nodosa. Beccari sta bene, Schimper è vivo e vegeto e Muensigger è guarito della sua ferita.
Lettera inviata da Firenze il 27 aprile 1870. Marcucci manda a Gibelli le bozze del suo lavoro, su cui ha fatto qualche critica; veda se è d’accordo. Di Beccari nessuna nuova. Marcucci chiede a Gibelli se è conveniente acquistare per 12 lire Istituzioni botaniche di Targioni.
Lettera inviata da Firenze il 10 aprile. Marcucci dice a Gibelli che sul prossimo numero della rivista vi sarà spazio anche per la tavola di Lenormandia jungermanniae e pertanto può mandare l’illustrazione. Beccari è ad Aden: compie qualche escursione e va a caccia di gazzelle. Issel e Antinori sono ancora con lui, ma prossimamente Antinori andrà da solo lungo il Nilo.
Lettera inviata da Firenze il 7 aprile 1870. Marcucci fa avere a Gibelli le prove di stampa del suo lavoro, per averne l’approvazione. Prima di Pasqua andrà a raccogliergli il famoso Damasonium. Di Beccari si sa soltanto che è partito da Suez per l’Africa.
Lettera inviata da Firenze il 21 novembre 1869. Marcucci fa avere a Gibelli alcuni semi malconci di Chrozophora; sperava che gliene avesse mandati Caldesi. Anche Passerini è tra i collaboratori della rivista.
Lettera inviata da Firenze il 14 novembre 1869. Marcucci lascia volentieri a Caruel l’incarico di redigere il V fascicolo del Compendio della Flora Italiana. Il Nuovo Giornale Botanico Italiano ha inviato ai botanici italiani una circolare, in cui si chiede se hanno intenzione di collaborare alla rivista. Non hanno risposto Garovaglio, Bubani e Passerini. Marcucci chiede a Gibelli di sollecitare la risposta di Garovaglio.
Lettera inviata da Firenze il 29 settembre 1869. A Firenze Marcucci non è riuscito a trovare semi di Chrozophora e di Damasonium. Ne ha chiesti a Pietro Savi; se gliene arrivano, li farà avere a Gibelli a Cannero. Marcucci ha avuto da Caldesi, mandato da Gibelli, un esemplare di Mandragora officinalis e di Acarna gummifera, e lo ringrazia. E’ appena tornato da Palermo a Firenze che, se non fosse per l’arte, sarebbe la città più uggiosa e vanesia del mondo. Marcucci spera di sistemarsi a Pisa.
Lettera inviata da Trieste l’8 luglio 1891. Tornando dal viaggio di cui alla lettera n. 84.1, Marchesetti ha trovato il lavoro sui trifogli italiani di Gibelli e Belli, che sentitamente ringrazia. E’ rammaricato di non avere saputo prima dell’interesse di Gibelli per il genere Trifolium: avrebbe potuto fargli avere molti esemplari dell’Istria. Purtroppo Trieste è extra fines Italiae, pur essendo italiana, e pertanto non riceve molti lavori pubblicati in Italia. Marchesetti manda a Gibelli un Trifolium raccolto nel centro della Bosnia, perché vorrebbe un parere. Lo ripone a pagina 60 del volumetto La flora di Parenzo, che gli fa avere assieme a qualche altro lavoretto.
Lettera inviata da Trieste il 24 maggio 1891. Lo scrivente manda a Gibelli il Trifolium multistriatum. Avrebbe voluto accludere altri trifogli locali, ma ha poco tempo, data l’imminente partenza per Montenegro, Erzegovina e Bosnia, dove si tratterrà per circa un mese. Il T. multistriatum era scomparso dal Campo Marzio sino dal 1840, per ricomparire un paio d’anni fa. Marchesetti unisce un frammento dell’esemplare di Tommasini, che servì a Kock per stabilire la specie.
Lettera inviata da Quinto Vercellese il 18 luglio 1882. Lo scrivente manda a Gibelli una spiga di riso, che teme possa essere stata infestata da qualche crittogama. Gli chiede un parere.
Lettera inviata da Viterbo il 2 maggio 1886. Lo scrivente ha mandato a Gibelli un pacco di piante da lui raccolte, pregandolo di determinarle. Se gli sono utili, potrà trattenere gli esemplari doppi.
Lettera inviata da Minneapolis [USA] il 5 gennaio 1897, in cui MacMillan chiede a Gibelli di potere scambiare le pubblicazioni del Botanical Survey of Minnesota con quelle dell’Orto Botanico di Torino.
Lettera inviata da Bormio il 7 gennaio 1897. Longa manda a Gibelli quietanza della somma ricevuta per le centurie di piante del Bormiese che gli ha spedito. Attende da Belli le notizie richieste sul genere Hieracium.