Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 3 maggio 1876. Marcucci è dispiaciuto di non avere incontrato Gibelli mentre andava a Lerici. Non andrà a Ischia e neppure sull’Etna, nonostante l’invito del reverendo Tornabene.

Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 20 aprile 1876. Marcucci spera che Gibelli venga a fargli visita a Bibbiena, dove possiede un Porta, un Belli, un Fucini e un Batacchi. La cura di Montecatini ha risolto i suoi problemi di stitichezza. Marcucci ha incontrato a Firenze Mantegazza; ha trovato molto simpatica la sua conversazione. Prega Gibelli di dire a Passerini cha la sezione fiorentina del C.A.I. desidera che aderisca all’iniziativa per l’opera del dottor Major “Guida delle Alpi Apuane etc.”. Marcucci ha trovato ad Arezzo la Veronica triphyllos.

Lettera inviata da Firenze il 4 febbraio 1870. Marcucci dice a Gibelli che i suoi disegni potrebbero essere fatti incidere da Heyland. Bisognerebbe però essere certi delle sue capacità e Gibelli dovrebbe sorvegliarlo. Caldesi il 26 gennaio ha preso moglie.

Lettera inviata da Firenze il 16 febbraio 1876. Marcucci è in partenza per Bibbiena, dove spera che Gibelli venga a fargli visita. Chiede a Gibelli se al padre, che si occupa di agricoltura, interessano bachi da seta selezionati e di qualità egregia.

Lettera listata a lutto inviata da Firenze il 9 febbraio 1876. Sommier, a causa di un lutto familiare, manda soltanto ora a Gibelli le bozze di un suo lavoro [la parte che segue è scritta da Marcucci]. Marcucci dice a Gibelli che i tre volumi del Nuovo Giornale Botanico Italiano preparati da Beccari stanno per essere spediti a Modena.

Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 7 dicembre 1875. Marcucci ha letto con interesse il lavoro di Gibelli sulla malattia del castagno e del moro. E’ preoccupato, perché possiede alcuni castagneti a Bibbiena. Nell’ultimo anno la produzione è stata molto scarsa, però gli alberi non mostrano i segni caratteristici della malattia. Marcucci segnala un particolare della modalità di concimazione del bosco, che potrebbe avere qualche interesse con l’insorgenza della malattia. In Toscana vengono raccolte solo le castagne, lasciando per terra i ricci, bruciati successivamente e ridotti in cenere con le foglie. La cura di Montecatini gli ha fatto veramente bene. Dovrebbe provarla anche Gibelli.

Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 18 maggio 1875. Marcucci ringrazia Gibelli dei lavori che gli ha mandato. Poiché riesce a pubblicare, ritiene che l’amico sia in discreto stato di salute. Marcucci racconta a Gibelli alcuni suoi malanni intestinali, cui è riuscito a rimediare con l’acqua di Montecatini e ancora meglio con l’acqua de puteo [del pozzo], introdotta con cannula dove non c’è luce. Il giorno seguente Marcucci partirà per Roma, dove incontrerà il marchese Doria, membro del Comitato Internazionale Africano. A metà giugno tornerà a Bibbiena, dove spera che Gibelli venga a fargli visita.

Lettera inviata da Firenze il 20 aprile 1875. Marcucci fa avere a Gibelli un breve scritto di ringraziamento per lo scrittore Costa. Voleva mandargli anche un volume delle poesie del Batacchi, ma non se ne riesce a trovare neppure una copia. Marcucci chiede scusa a Gibelli della sua depravazione, ma ritiene che questo testo valga almeno come L’Orlando furioso, se non addirittura come la Commedia di quel tal Dante Alighieri. E’ però difficile sperare in una ristampa, perché le poesie sono tutte piene di porcherie tali che un botanico potrebbe prenderle per una monografia sul genere Phallus e relativa femmina.

Lettera inviata da Firenze il 27 marzo 1875. Marcucci manda a Gibelli un orrore di lucido di Elephantina Columnae. Se non gli piace, ne farà un altro. Gli manderà alcune righe di ringraziamento da fare avere al signor Costa. Non riesce a trovare l’opera di Batacchi.

Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 17 marzo 1875. Marcucci è spiaciuto che Gibelli non sia venuto a Bibbiena. Lo ha seccato, a proposito del duomo di Modena, perché non riesce a ritrovare certi schizzi e appunti fatti durante una gita in quella città. Marcucci si fermerà a Bibbiena sino a quando non avrà sistemato gli affari relativi alla sua proprietà.

Lettera inviata da Arezzo il 27 febbraio 1875. Marcucci ringrazia Gibelli per le informazioni e per le fotografie del duomo di Modena e gli chiede ulteriori notizie riguardanti le colonnine della scala che porta al piano superiore di S. Geminiano [cui è dedicato il duomo di Modena]. Negli spazi liberi del foglio vi sono schizzi e appunti, di grafia Gibelli, relativi ai quesiti postigli.

Lettera inviata da Firenze il 5 febbraio 1875. Sommier prega Marcucci di ricordare a Gibelli la promessa di fargli avere un elenco dei licheni comunicati al congresso di Firenze. Marcucci chiede a Gibelli [appena arrivato a Modena] di fargli sapere quanto sono larghi, lunghi e profondi gli scaglioni [gradini] che dal piano del duomo di Modena portano alla cripta [Marcucci era anche un buon architetto]. Desidererebbe anche conoscere le stesse caratteristiche dei gradini che salgono al presbiterio.

Lettera inviata da Firenze il 18 settembre 1873. Marcucci si compiace con Gibelli per gli ultimi fascicoli del Compendio. Gli promette di mandargli presto le piante richieste. E’ spiacente che Gibelli non sia venuto a Firenze.

Lettera inviata da Firenze il 14 gennaio 1873. E’ da molto tempo che Marcucci non scrive a Gibelli, ma ricorda sempre il tempo trascorso assieme, in particolare durante la gita all’Etna. Marcucci ha saputo dal cognato di Gibelli che vi sono probabilità di un suo trasferimento nella “patria dei beceri e delle ciane” [trasferimento a Firenze, dove becero significava persona del volgo dai modi triviali e ciana donna plebea, che parlava il vero vernacolo fiorentino]; ne sarebbe felice [il trasferimento però non avvenne]. Caruel si è assunta tutta la responsabilità del Nuovo Giornale Botanico Italiano.

Lettera inviata da Firenze il 13 giugno 1872. Marcucci insiste molto per convincere Gibelli a venire ad una gita botanica sulla Maiella.

Lettera inviata da Firenze il 6 gennaio 1872. Lo scrivente e Beccari non possiedono il volume di Weddell sulle Urticeae. Si potrebbe chiederlo a Caruel, che però ben difficilmente lo presterà. Caruel è stato chiamato a Roma, ma è poco probabile che accetti [Caruel all’epoca era professore a Pisa dove rimase sino al 1880, quando tornò a Firenze come successore di Parlatore]. Quest’ultimo ha affidato a Marcucci il noioso incarico di revisionare i lavori proposti per la pubblicazione. Marcucci farà tutto il possibile per evitare l’uggioso compito. Se Caruel andasse a Roma, Arcangeli certamente si farà vivo. Delpino non sarà certo proposto da Caruel: si tratta di due caratteri completamente diversi.

Lettera inviata da Firenze il 12 dicembre 1871. Marcucci ha ricevuto la visita del professor Garovaglio: “Ha un naso più largo del vero e che bocca!!!”. Marcucci esprime il suo parere sulle Persone che dovrebbero fare le revisioni dei lavori per le riviste.

Lettera inviata da Viareggio il 16 agosto 1871, antivigilia del ritorno a Firenze. Marcucci è a Viareggio con Beccari a respirare un po’ di aria buona. E’ alle prese con il lavoro di Licopoli, Storia naturale delle piante crittogame che nascono sulle lave vesuviane. Si tratta di un lavoro già premiato e pertanto è difficile dirne male. Si tratta però di un testo oscuro, uggioso, arruffato. Per di più Licopoli si fa determinare i licheni da Baglietto, di nascosto, affinché Cesati non se ne accorga. Seguono altre critiche all’attività di Licopoli. Beccari ha intenzione di fare un nuovo viaggio in Nuova Guinea. Marcucci comunica a Gibelli la morte di Pietro Savi.

Lettera inviata da Torre S. Vincenzo [Li] il 1 maggio 1871. Marcucci manda a Gibelli una pianta che potrebbe essere Damasonium. Quando ritornerà, la pianta sarà fiorita e più facilmente determinabile.