Lettera inviata da Firenze l’1 marzo, senza indicazione di anno. Sono state smarrite le ricevute firmate da Caruel e inviate a Garovaglio a Pavia. Se non verranno ritrovate, si manderà un duplicato. Marcucci ha affidato le tavole di Gibelli al giovane litografo Stanghi. E’ tornato Caldesi con la sua sposina; è ancora nella canicola matrimoniale, però non dimagrisce. Marcucci chiede a Gibelli un frammento di un’epatica, la Plagiochila bautamensis.
Lettera inviata da Firenze il 18 febbraio 1870. Marcucci manda a Gibelli le tavole del suo lavoro per eventuali correzioni. Gli raccomanda di prestare molta attenzione all’uniformità del testo e della numerazione. Ad aprile gli manderà gli esemplari vivi di Damasonium. Bicchi ha mandato a Rosellini, invece degli esemplari di Tulipa richiesti, un pacco di Graminacee e quest’ultimo è andato su tutte le furie.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 2 gennaio 1888. La lettera inizia con uno scritto in rima in cui Marcucci si lamenta che, nonostante le promesse, la ferrovia Arezzo-Bibbiena non sia stata ultimata. Spera che entro l’anno sia pronta, onde consentire a Gibelli e signora di venirlo a trovare. A Bibbiena fa molto freddo. Marcucci spera che la neve se ne vada, onde poter tornare a Firenze.
Lettera inviata da Firenze il 31 luglio 1887. Marcucci non scrive da tempo, perché voleva mandare a Gibelli la fotografia del suo progetto per la facciata del duomo e per quella di S. Petronio a Bologna [il concorso per la facciata di S. Maria del Fiore fu vinto da Emilio De Fabris, che la completò nel 1887; il concorso per la facciata di S. Petronio, cui partecipò Marcucci, fu bandito nel 1887, ma il progetto non ebbe seguito]. Marcucci elenca a Gibelli le località pisane, in cui è stato rinvenuto il Trifolium Michelianum. E’ dispiaciuto che Beccari non abbia ricevuto il sussidio per il materiale raccolto in Malesia. Si direbbe che Caruel ne sia contento.
Lettera inviata da Firenze il 27 maggio 1881. Gibelli ha rimproverato Marcucci, che da un biennio non si è fatto vivo. Quest’ultimo gli ricorda che nel maggio 1880 lui era a Firenze con la moglie, con la quale lo stesso Marcucci visitò la mostra di Orticoltura durante l’Esposizione dei Fiori. Manderà presto a Gibelli le piantine di castagno richieste. Un suo amico cacciatore gli ha riferito che la malattia del castagno al lago Bientina aumenta a vista d’occhio.
Lettera inviata da Firenze il 18 ottobre 1879. Marcucci manda a Gibelli una scatoletta con frutti di Rosa, raccolti a Bibbiena e a Camaldoli. Lo ringrazia per avergli fatto avere informazioni su un progetto di restauro del S. Gimignano di Modena [il duomo di Modena]. Marcucci chiede a Gibelli se andrà a Bologna oppure a Torino. Alcuni dicono che Arcangeli andrà a Torino, altri dicono che andrà a Palermo [Arcangeli nel 1879 fu nominato a Torino e dopo due anni a Pisa; Gibelli nel 1879 andò a Bologna, poi a Torino nel 1883]. Marcucci invidia Gibelli perché, se andrà a Bologna, si troverà bene con Carducci e Guerrini.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 16 luglio 1879. Marcucci manda a Gibelli un invito a partecipare all’annuale adunata generale della Società di Patrocinio per la cultura delle quaglie alla romana, presso le R. R. Terme di Montecatini in Valdinievole. Marcucci è spiaciuto che Gibelli già da tempo abbia rifiutato l’invito. E’ altresì spiaciuto che Gibelli e i suoi amici abbiano giudicato severamente il progetto per un arco. Ritiene che, se fosse stato colorato, come in realtà dovrebbe essere, sarebbe stato ben accolto. Marcucci non riesce a capacitarsi come mai i bachi mandati a Saronno alla Sora Giuditta non abbiano dato buoni frutti, mentre quelli inviati a Lugo abbiano dato ottimi risultati.
Lettera inviata da Firenze il 17 aprile 1879. Marcucci ringrazia Gibelli della rarità bibliografica che gli ha fatto conoscere. Gli manda una copia del suo “fiasco” a Torino [v. lettera n. 84.59].
Lettera inviata da Firenze l’8 febbraio, senza indicazione dell’anno. Marcucci fa sapere a Gibelli il costo delle tavole e delle copie del suo lavoro. Beccari farà un viaggio di alcuni mesi.
Lettera inviata da Firenze il 6 marzo 1879. Marcucci è impegnato ad un progetto per il concorso a Torino per un monumento a Vittorio Emanuele II. Teme che sarà “un fiasco coi barbis”. Deve ancora ringraziare Baglietto per i licheni sardi. Marcucci è lieto che il vino mandato a Gibelli stia migliorando. Beccari sta bene e sta trasportando, Caruel dolente, le sue piante all’Orto Botanico di Firenze.
Lettera inviata da Augusta Bibbienorum (Ar) il 7 dicembre 1878. Il signor Niccolai prega Marcucci di chiedere a Gibelli se può mandare vasi vuoti per riempirli di vino, poiché ad Arezzo non se ne trovano. I carrettieri infatti arrivano con il barroccio carico di fiaschi vuoti.
Lettera inviata il 23 novembre 1878. In mattinata Marcucci ha spedito assaggi di vino degli anni passati, specificando le quantità eventualmente disponibili. Vi è stata preoccupazione per le notizie di Napoli, Firenze, Pisa, Imola, Pesaro, Spezia etc. A Bibbiena vi è stato un raccolto di castagne da fare epoca, segno che i castagneti locali non sono stati aggrediti dalla malattia.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 18 novembre 1878. La villeggiatura e la caccia sono terminate e Bibbiena è tornata al solito tran tran. Ha ricevuto da Milano il lavoro di Bevilacqua, che non ha ancora “bevuto”. Fa sapere a Gibelli il costo dei vini e gliene manderà un assaggio appena sarà fatto.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 10 ottobre 1878. Marcucci manda a Gibelli un prezzario delle celeberrime acque di Montecatini. Il giorno precedente Gibelli era a Bibbiena, che era semideserta, poiché gli aretini in questa stagioni sono in campagna, in villa o a caccia.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 7 luglio 1878. Marcucci ha composto e manda a Gibelli un sonetto, in occasione della sua “prima messa” nel santuario di Montecatini.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 27 marzo 1878. Marcucci spedisce alla Sora Giuditta due mezze once di seme di bachi da seta. Spera che attecchiscano. Beccari è in Australia ed entro l’anno tornerà a Firenze, passando per il Sud America. Marcucci, ormai per abitudine, andrà a Montecatini nella prima settimana di agosto. Invita Gibelli a fare altrettanto.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 15 marzo 1878. Il giorno seguente Marcucci spedirà a Gibelli una pentola di terra di un suo castagneto. Gli chiede se a Modena c’è interesse per il baco da seta, poiché vorrebbe mandare una certa quantità di bozzoli gialli di sua produzione. Gibelli ha decantato a Marcucci un’edizione in lingua italiana del sonetti del Porta.
Lettera inviata da Bibbiena (Ar) il 2 ottobre 1878. Marcucci non possiede l’Asterolinum stellatum e ha scritto ad Arcangeli di mandarne un esemplare a Gibelli, cui suggerisce di passare un paio di settimane a Montecatini, dove potrebbe riposarsi e divertirsi, essendo i suoi amici gente da svago. Marcucci farebbe un monumento all’acqua della sorgente Tettuccio; ormai non ha più bisogno della bile taurina.