Lettera listata a lutto inviata il 26 dicembre 1894. Martelli ringrazia infinitamente Gibelli di avere accettato la sua proposta di completare la Flora Sardoa di Moris. Gibelli gli spedirà mano a mano i pacchi della collezione Moris. Martelli sarebbe felicissimo dell’intenzione di Gibelli di fare pubblicare il lavoro dall’Accademia delle Scienze di Torino. Sarebbe per lui un onore insperato.
Lettera listata a lutto inviata il 19 dicembre 1894, senza località di invio. Martelli ha saputo che Mattirolo ha parlato a Gibelli della sua intenzione di completare la Flora Sardoa di Moris. Pertanto Martelli espone a Gibelli le modalità secondo cui vorrebbe iniziare il lavoro. Non verrebbero assolutamente modificate l’impostazione dell’opera e neppure la classificazione adottata da Moris, anche se al momento alquanto superata. Vorrebbe però aggiungere qualche nota relativa a nuove specie rinvenute nel frattempo e a nuove località di ritrovamento di piante peraltro già note a Moris e da lui raccolte nel suo erbario. Martelli sarebbe estremamente riconoscente a Gibelli se venisse accettato il suo progetto.
Lettera listata a lutto, inviata il 18 settembre [mancano anno e località di invio]. Le informazioni avute da Gibelli sul genere Ribes rendono inutile per Martelli il vedere l’esemplare di R. petraeum di Moris. Il professore Caruel, dopo l’estate passata in montagna, è tornato in buone condizioni. Martelli sarà presto a Firenze e potrà stare qualche ora con lui. E’ soddisfatto delle sue raccolte sarde.
Lettera inviata da Firenze il 31 maggio 1887. Martelli restituisce gli esemplari dei generi Statice e Armeria dell’erbario di Torino e di quello di Moris, appuntandoli con la sua determinazione. Odoardo Beccari ha incaricato Martelli di salutare Gibelli.
Lettera inviata il 23 settembre, senza indicazione di anno e di località. Martelli ringrazia Gibelli per avergli mandato i pacchi desiderati e gli comunica che il dottore Baroni supplisce nell’amministrazione dell’orto di Firenze il professore Caruel che è gravemente malato, al punto da temere per la sua sorte.
Lettera inviata il 3 giugno 1898 senza località di invio. Martelli, sollecitato da Gibelli, dice di avere già restituito i pacchi di Orchideae e Irideae dell’erbario Moris, e di avere solo più cinque pacchi di Liliaceae, il cui manoscritto non è acora terminato. I pacchi sono comunque a disposizione di Gibelli in qualsiasi momento. Ha saputo che un assistente di Gibelli si sta occupando di crittogame vascolari. Martelli è pronto a collaborare, mettendo a disposizione il materiale che possiede.
Lettera inviata il 15 luglio 1897 senza località di invio. Martelli ha tardato a rispondere a Gibelli, perché assente da Firenze. Gli comunica che la monografia più completa e recente sul genere Narcissus è quella di Burbidge e Baker, The Narcissus, its history and culture. Conviene aspettare la primavera per raccogliere i bulbi che Gibelli desidera. Martelli ha saputo della nomina di Mattirolo a Firenze e se ne rallegra.
Lettera inviata il 17 settembre 1896 senza località di invio. Martelli ha terminato lo studio delle Irideae dell’erbario Moris e restituisce a Gibelli il pacco di esemplari avuti in prestito. Vorrebbe ora ricevere i pacchi delle Amaryllideae, Dioscoreaceae e Liliaceae. Martelli spera che Gibelli abbia ricevuto il primo fascicolo di Monocotyledones Sardoae.
Lettera inviata il 6 giugno 1896, senza località di invio. Martelli restituisce a Gibelli le Orchideae dell’erbario Moris e trattiene ancora le Irideae. Gli chiede, per semplice motivo di regolarità, la dichiarazione che gli erano stati restituiti gli esemplari di Centaurea dell’erbario Moris, avuti in prestito tempo addietro.
Lettera inviata il 3 aprile 1896 senza località di invio. Martelli restituisce a Gibelli i due pacchi di esemplari di Centaurea dell’erbario Moris, avuti in prestito. Ha denominato C. ferulacea quella da lui trovata. Quante belle cose sono presenti nell’erbario Moris! Martelli vorrebbe poter vivere per molto tempo in Sardegna, per poterne esplorare a fondo la flora. Nella prossima settimana partirà per la Sardegna, dove si fermerà per un paio di settimane.
Lettera inviata il 23 gennaio 1896 senza località di invio. Martelli fa avere a Gibelli la lettera ricevuta dal segretario dell’Accademia, nella quale vengono esposte le condizioni per la stampa del suo lavoro, che ritiene assai gravose. In particolare si pretende di allestire le litografie a Torino, cosa inaccettabile, perché egli intende seguirne personalmente l’esecuzione. Ha pertanto deciso di ritirare il manoscritto; provvederà egli stesso alla pubblicazione. Martelli si scusa con Gibelli per il disturbo arrecato e spera che non la prenda a male.
Cartolina postale inviata da Biella Piazza il 6 novembre 1896. Della Marmora ringrazia Gibelli per avergli fatto avere il testo della conferenza tenuta a Pinerolo [v. lettera n. 84 bis.2]. Si dichiara a disposizione per qualsiasi cosa in cui possa essergli utile.
Cartolina postale inviata da Biella Piazza il 3 novembre 1896. Della Marmora chiede a Gibelli se è possibile avere una copia della conferenza sulla malattia del castagno, da lui tenuta a Pinerolo.
Lettera inviata da Biella Piazza il 17 ottobre 1895. Della Marmora comunica a Gibelli che ha la persona adatta per raccogliere i materiali desiderati. Si tratta di un contadino di Sordevolo, nel cui podere sono morti parecchi castagni. Per quanto riguarda gli innesti, si potrebbero provare con i castagni d’India. Non sa però se le due specie siano suscettibili di unirsi.
Lettera inviata da Sanginesio (Marche), l’8 ottobre 1886. Marinucci fa avere a Gibelli un opuscolo sulla Respirazione delle piante [non presente nel fascicolo]. Lo scrivente afferma che forse avrà detto corbellerie o avrà buttato via il proprio tempo, nel caso altre Persone avessero già esaurito l’argomento, pubblicando grossi volumi che lo scrivente non ha avuto denaro per acquistare. Vorrebbe comunque avere il parere di Gibelli.
Lettera inviata da Firenze il 16 marzo 1870. Marcucci chiede a Gibelli notizie su Agaricus ostreatus, che Vittadini dice essere coltivato nel Bresciano sul letame; gli chiede anche di informarsi presso i suoi parenti di Bovalino in Calabria se è vero che questo Agaricus cresce sulla feccia delle olive.