Lettera inviata da Genova il 17 dicembre 1882. Piccone ringrazia Gibelli per avergli mandato la Flora del Modenese e del Reggiano. Gli manderà, appena il clima caldo ne consentirà la crescita, molti esemplari di alga per le sue lezioni agli studenti. Piccone descrive a Gibelli lo stato di salute dei suoi familiari. Delpino ha chiesto a Baglietto di venire una volta alla settimana a fare da assistente.
Lettera inviata da Genova il 16 novembre 1882. Piccone ha visitato i luoghi dove gli è stata segnalata la malattia del castagno nella valle del Letimbro. Tale malattia è comparsa da almeno vent’anni. Farà avere a Gibelli le radici e i due tipi di agarici raccolti sui ceppi rimasti. Piccone si lamenta che il ministro lo abbia obbligato a insegnare Botanica nel ginnasio. Ha saputo che a Torino Salvadori e Bellardi si sono rifiutati. Si sta preparando a studiare le alghe raccolte da D’Albertis e quelle raccolte dal tenente Marcacci alle isole di Capo Verde e sulle coste del Brasile.
Lettera inviata da Albissola Marina il 26 settembre 1882. Piccone manderà a Gibelli i frutti di un Eryngium, di cui non è riuscito a trovare il fiore, e i fiori e i frutti dell’Echinophora. E’ stato molto impegnato, avendo dovuto accompagnare la famiglia alla Gattorna e successivamente occuparsi della raccolta delle mele e della vendemmia. Il capitano D’Albertis è stato a Madera ed anche lì ha trovato la distruzione dei castagneti, riportandone campioni delle piante morte.
Lettera inviata da Genova il 17 luglio 1882. Piccone si ritirerà presto ad Albissola. Avrebbe voluto a fare qualche gita sulle Alpi, ma il ministero non gli ha ancora corrisposto quanto dovuto. Chiede a Gibelli se vi sono novità per i concorsi di Pavia e di Torino. Doria è quasi completamente ristabilito. Piccone non ha da tempo notizie di Ceradini. E’ comparsa la malattia del castagno anche sopra il santuario di Savona. Se Gibelli crede, Piccone gli può mandare le radici.
Lettera inviata da Genova il 4 giugno 1882. Piccone annuncia la nascita del figlio. Manderà presto a Gibelli le radici di leccio, di castagno e di quercia. L’inaugurazione dei busti di Viviani e di De Notaris è riuscita di generale soddisfazione. Doria, tornato da Tunisi, continua a essere tormentato da febbre periodica. Piccone sta preparando alcune alghe da spedire a un americano di Maldon, F. Collins.
Lettera inviata da Albissola Marina il 27 agosto 1881. Piccone è lieto per l’annunciata visita di Gibelli. Per quanto riguarda l’ispezione dei castagni dell’Appennino, conosce un lavorante, Rocco Bialo, molto pratico dei luoghi, che sarebbe in grado di ottenere il permesso di svellere qualche pianta e di mettere a nudo le radici dei castagni. Piccone conosce altre zone rivierasche, che potrebbero essere esplorate. Consiglia a Moris di fermarsi qualche giorno in più, onde poter visitare i dintorni di Savona, dove è stata osservata una moria di castagni.
Lettera su carta intestata “Istituto Botanico, R. Università di Genova”, inviata da Genova il 16 giugno 1891. Penzig ricorda a Gibelli quale era stato l’accordo sul pagamento della stampa della memoria su Trapa natans. La rivista Malpighia avrebbe pagato 300 lire e gli autori, Gibelli e Ferrero, 190 lire cadauno. Penzig ha fissato un appartamento a S. Margherita per tutta l’estate, vicino a Gibelli e a Mattirolo di stanza a Rapallo. Penzig andrà a Udine per farsi “presentare l’ultima delle signorine Penzig” [allude alla terza figlia, che non ha ancora vista – v. lettera del 3 giugno n. 90.8 – nata a Udine dove abita la suocera].
Lettera su carta intestata “Istituto Botanico, R. Università di Genova”, inviata da Genova il 3 giugno 1891. Penzig doveva incontrare Gibelli al caffè della stazione, però purtroppo è stato invitato dal marchese Giacomo Doria ad un lunch assieme a Camperio e a Schweinfurth. Non può rifiutare, facendo parte della “scorta d’onore” di quest’ultimo. Spera di potere vedere Gibelli quando tornerà da Roma. Il giorno 8 sarà a Genova anche Mattirolo e si potrà andare tutti e tre a cercare casa a Rapallo per l’estate. La moglie ha regalato a Penzig una “terza maritanda”. “La ricerca delle specie è già sovente difficile [allude alle specie vegetali], figurarsi quella dei generi [allude ovviamente ai mariti delle figlie]”.
Lettera su carta intestata “Istituto Botanico, R. Università di Genova”, inviata da Genova il 26 maggio 1891. Penzig ha saputo che Gibelli conta di andare a Rapallo anche nella prossima estate. Forse ci andrà anche Pirotta. Per comporre un trium perfectum Penzig pensa di portarci anche la sua famiglia. Gibelli ha promesso di venire a Genova e Penzig gli chiede di farsi accompagnare da Mattirolo. Hanbury ha cavato altre 3.000 lire di supplemento per i lavori a Genova.
Lettera inviata da Genova l’11 novembre 1890. Penzig dice di non essere più d’accordo con quanto scritto in gioventù su Primula sinensis. Le virescenze da lui segnalate sono state descritte “150.000 volte” da molti autori. L’anomalia lo ha però indotto ad occuparsi di Teratologia Vegetale. Viene elencata una bibliografia su Primula sinensis. Seguono osservazioni sulla natura degli ovuli nelle ombrellifere, che presentano analogie con gli ovuli di Trapa. Penzig è preoccupato perché, “nonostante le sue vive proteste, sua moglie continua ad essere incinta ...”. Spera di vedere l’istituto Hanbury sotto tetto entro novembre.
Lettera intestata “Istituto botanico della R. Università di Genova”, inviata da Genova il 15 dicembre 1887. Gibelli ha chiesto a Penzig informazioni sulla Pileorhiza. Penzig riporta una serie di esempi e di citazioni da cui ci si può fare un’idea del comportamento di questa sorta di cuffietta delle radici.
Lettera intestata “Istituto Botanico della R. Università di Genova”, inviata da Genova il 23 novembre 1887. Il ministero ha negato a Penzig un posto di conservatore delle collezioni, per mancanza di fondi, con una vaga promessa di concederlo l’anno prossimo. Egli, avendo il posto, accetterebbe volentieri Piccone, però è sopraggiunta una difficoltà. Un neolaureato gli ha chiesto di rimanere nel suo istituto per continuare gli studi e frequentare i laboratori. Penzig gli ha fatto presenti le difficoltà di avere un posto retribuito, però questa persona ha ottenuto dalla facoltà l’autorizzazione a frequentare l’istituto come assistente volontario, ovviamente non retribuito, sino a quando non si fosse reso disponibile un posto. Penzig si chiede, data l’insistenza del nuovo arrivato, come farebbe a sistemare Piccone.
Lettera su carta intestata “Istituto Botanico, R. Università di Genova”, inviata da Genova il 22 giugno 1890. Penzig si scusa con Gibelli per non averlo mai ringraziato per l’invito a dargli il Tu. E’ stato un mese in Germania e in Austria a ispezionare i principali stabilimenti botanici, in vista dei lavori per l’istituto nuovo, per il quale il giorno seguente si darà il primo colpo di zappa. La roba da sistemare nel museo è tanta; pertanto Penzig teme sarà presto insufficiente. “Vuol dire che il Sig. Hanbury darà altre 50.000 lire per l’ampliamento ...!”. Penzig è stato a Porto Maurizio una decina di giorni per la revisione dell’erbario Strafforello. Ha avuto la visita di Burnat, che ha quasi terminato la Flore des Alpes Maritimes. Penzig ritiene sarà un completamento della propria Flora Ligustica. A novembre usciranno le prime copie del primo volume della Teratologia Vegetale.
Lettera su carta intestata “Istituto Botanico, R. Università di Genova”, inviata da Genova senza data. Penzig chiede a Gibelli se non possieda una memoria di Bertoloni del 1830. Sta bene, lavora molto e raccoglie piante. Ha raccolto “mezzo quintale” di Romulea ligustica di Parlatore, da scambiare con vari botanici. La sua Flora ligustica dovrà essere pronta per il 1892 [v. anche lettera n. 90.5], anno del giubileo di Colombo. Dovrà venire a Torino a consultare gli erbari di Allioni, Stira, Lisa e Balbis.
Lettera inviata da Genova il 20 febbraio 1887. Penzig spera che Cugini venga nominato a Modena; Cuboni è però un rivale pericoloso [nel 1887 Cugini venne nominato direttore della Stazione agraria di Modena]. Penzig farà di tutto per aiutare anche il professor Piccone. Chissà se avrà voglia di accettare il posto di assistente? C‘è poi sempre di mezzo quella benedetta anima di “Sbaglietto” [si allude a Baglietto, già assistente a Genova di De Notaris]! Moglie e figlia di Penzig rimarranno a Modena sino a Pasqua.
Lettera intestata “Stazione agraria sperimentale - Modena”, inviata da Modena il 26 novembre 1886. Penzig è grato a tutti i professori per l’attestato di stima datogli con la votazione di Genova. E’ però molto indeciso se accettare oppure no la cattedra. Il cuore è decisamente per Genova, ma la ragione continua a fargli presenti gli aspetti materiali. La legge Coppino ha purtroppo deciso che l’Università di Genova sia tra quelle di rango minore e che pertanto il professore di Botanica debba essere all’inizio solo un professore straordinario, con un compenso minore. Inoltre Penzig è preoccupato per le difficoltà del trasloco, avendo sua moglie appena partorito. Spera però di ottenere subito lo stipendio massimo di straordinario e di poter ritardare un po’ il trasferimento.
Lettera intestata “Stazione agraria sperimentale - Modena”, inviata da Modena l’1 agosto 1886. Penzig ha appreso dalla lettera di Gibelli sino a qual punto quest’ultimo intende assecondare i professori Danesi e Alberti. Durante l’estate in corso Penzig rimarrà a Modena, per condurre a termine la stampa e l’esecuzione delle tavole dell’Agrumologia. A Modena la Stazione agraria è diventata senza troppi scossoni istituto governativo. Penzig ha visto il bottino botanico che Ferrari ha raccolto per Gibelli sulle Alpi Apuane.
Lettera intestata “Stazione agraria sperimentale - Modena”, inviata da Modena il 23 dicembre 1885. E’ probabile che il concorso di Genova venga riaperto, invece di scegliere fra i tre secondi classificati. Penzig augura a Gibelli buon anno e il successo alle sue ricerche sulla simbiosi tra funghi e Cupulifere.
Lettera intestata “Stazione agraria sperimentale - Modena”, inviata da Modena il 14 dicembre 1885. Borzì ha fatto sapere a Gibelli che rimarrà a Messina e lo invita a concorrere per la cattedra di Genova. Nell’ultima votazione Penzig ha ottenuto 48/50, come Licopoli e Piccone. La commissione dovrà scegliere fra questi tre. Penzig chiede a Gibelli di aiutarlo, nei limiti del possibile. La cattedra favorirebbe le sue inclinazioni, rivolte più alla botanica pura che non a quella impura dei concimi e dei porcelli grassi.