Lettera inviata da Genova il 22 febbraio 1882. Si allude all’inaugurazione dei busti di Viviani e di De Notaris all’Università e ai contrattempi che ostacolano l’iniziativa. Beccari è stato di passaggio a Genova ed è già partito per Firenze. Piccone chiede a Gibelli di suggerirgli qualche testo che tratti della distribuzione geografica delle alghe. La moglie trascina ancora il suo fardello, ma presto lo depositerà.
Lettera inviata da Genova il 30 maggio 1886. Piccone ha incontrato il cognato dei Tassara di Voltri, il quale gli ha detto che non esiste possibilità alcuna di assumere Raffaello, l’ingegnere figlio di Gibelli. Piccone comunica a Gibelli che la città di Genova ha ridotto al 4,5% l’interesse dei titoli. Il capitale può essere convertito oppure ritirato. Baglietto anche nell’anno in corso ha escluso dalla commissione di esame Piccone e Gestro, nominando Vinciguerra.
Lettera inviata da Genova il 6 maggio 1886. Piccone ha saputo da Doria che dovrebbe a giorni riunirsi la commissione dell’Accademia dei Lincei, che dovrà assegnare un premio ad un insegnante delle scuole secondarie per un suo lavoro scientifico. Prega Gibelli di raccomandarlo al professor Passerini, membro della commissione.
Lettera inviata da Genova il 9 marzo 1886. Piccone ha tardato a scrivere poiché è stato ammalato assieme a due suoi figli, Mary e Tito. L’amico Bolle di Berlino gli ha mandato la traduzione di parte del lavoro di Harz sulla disseminazione di semi da parte degli uccelli. Piccone ritiene che il lavoro non dica nulla di nuovo e sia soltanto un’opera di compilazione. Il ministro ha respinto la richiesta degli amici di Delpino di bandire un concorso a Genova per professore ordinario [v. lettera n. 91.65]. Carestia ha trovato al lago Combal alcune epatiche molto interessanti. Peccato non gli siano riconosciuti i meriti e forniti i mezzi necessari.
Lettera inviata da Genova il 15 febbraio 1886. Piccone ha saputo che Delpino, desiderando venire a Genova come professore ordinario, tenterà probabilmente tramite i suoi potenti amici di fare annullare il concorso per professore straordinario, sostituendolo con uno nuovo per professore ordinario. Baglietto ha iniziato le lezioni come sostituto e gli ha mandato un giardiniere per dirgli di restituire tutti il libri avuti in prestito dalla biblioteca, privandolo così della possibilità di consultare testi utili al suo lavoro. Piccone segnala a Gibelli un grossolano errore in Erbario crittogamico, a proposito di Sargassum linifolium.
Lettera inviata da Genova il 30 gennaio 1886. Piccone ha saputo da un amico, che a Roma ha incontrato Coppino, che il concorso a Genova sarà bandito per un posto di professore straordinario [in tal modo Piccone sarebbe favorito, non potendo concorrere al ruolo di professore ordinario]. Il bando è già uscito sulla Gazzetta Ufficiale e Piccone certamente presenterà domanda.
Lettera inviata da Genova il 14 gennaio 1886. Piccone ha letto avidamente le Lezioni di Botanica generale di Gibelli. La facoltà ha deciso di affidare l’incarico di Botanica a Baglietto, approfittando dell’assenza di Issel e di Parona. Il preside non ha neppure letto la lettera di Issel in favore di Piccone, giustificandosi dicendo che l’agire in altro modo sarebbe stato per Baglietto uno schiaffo morale, avendo già avuto l’incarico in passato. Piccone comunica a Gibelli che prenderà parte al prossimo concorso, per professore ordinario o straordinario che sia. Elenca i titoli di sei pubblicazioni cui sta lavorando. Nell’ultimo, riguardante la disseminazione di piante da parte di uccelli, comunicherà di avere seminato semi di Arbutus unedo e di Crataegus oxyacantha trovati nello sterco di capinere e frosoni, ottenendo la crescita di belle piantine. Vorrebbe pubblicare il dato, a meno che Gibelli gli dica che altri autori hanno già descritto il fenomeno.
Lettera inviata da Genova il 30 dicembre 1885. E’ stato ufficialmente bandito il concorso per professore ordinario alla cattedra di Botanica a Genova. Piccone chiede a Gibelli il programma da lui adottato per il corso di Botanica, che gli potrebbe servire, se venisse nominato incaricato temporaneo. Gli chiede inoltre se gli sia mai capitato di avere notizie sulla disseminazione di Arbutus unedo da parte di uccelli. Piccone ha letto il fascicolo di critica ad Ardissone, che ha composto il grosso volume Phycologia mediterranea plagiando Epicrisis di G. Agardh.
Lettera inviata da Genova il 24 dicembre 1885. A Genova, dopo la rinuncia di Borzì, verrà bandito un nuovo concorso, in attesa del quale la facoltà potrebbe nominare un incaricato per un anno. Piccone chiede a Gibelli consiglio sul da farsi. E’ scandalizzato per le scene e le musonerie che gli fa Baglietto. Auguri a Gibelli e signora.
Lettera inviata da Genova il 14 dicembre 1885. Piccone descrive nei minuti dettagli la situazione che si è creata a Genova, dopo la decisione di Borzì di rimanere a Messina. Piccone ricomincia pertanto a sperare di ottenere l’incarico di insegnamento alla cattedra vacante a Genova.
Lettera inviata da Genova il 28 gennaio 1882. Piccone ha fatto avere al giardiniere Bucco l’elenco delle piante desiderate da Gibelli. Non ha notizie di Carestia; ne ha invece di Negri, che è diventato sindaco [di Casale Monferrato]. A febbraio Doria tornerà dai suoi viaggi. Beccari è in viaggio di nozze.
Lettera inviata da Genova l’1 dicembre 1885. Continuano i guai nella famiglia di Piccone, che insiste nel fare domanda al ministero per ottenere la promozione dalla 2° alla 1° classe di insegnamento al liceo. Non è ancora chiaro se Borzì accetterà il trasferimento a Genova. Piccone ha incontrato Baglietto, che lo tratta sempre con distacco.
Lettera inviata da Genova il 20 novembre 1885. Gli esami di Genova, Spezia e Sarzana, oltre ad alcuni affari di famiglia, hanno molto impegnato Piccone. Approfitta della vacanza concessa dalla graziosa Regina, per scrivere a Gibelli dopo tanto tempo. In base alla legge del cumulo degli impieghi, il ministero ha fatto sapere a Piccone che deve rinunciare a uno dei tre incarichi. Ha ringraziato Delpino, Passerini e Arcangeli [probabilmente per il giudizio favorevole ottenuto al concorso di Genova]. Corre voce che Borzì non abbia intenzione di venire a Genova.
Lettera inviata da Genova il 13 ottobre 1885. Un amico ha fatto presente a Piccone che potrebbe, nel caso che Borzì non intendesse trasferirsi da Messina a Genova, fare domanda di essere eletto in sua vece, essendo risultato al concorso a pari merito con Licopoli e Penzig.
Lettera inviata da Albissola Marina il 29 settembre 1885. Piccone è avvilito a causa delle poche speranze per il concorso. In più ha un padre ammalato, una sorella in casa, cinque figli da mantenere, ben 32 ore di lezione la settimana e scarsissimi strumenti per le sue ricerche. E’ altresì irritato quando pensa alla carriera di Ardissone, nonostante la nullità della sua produzione scientifica.
Lettera inviata da Albissola Marina il 3 settembre 1885. Piccone ha saputo che purtroppo il concorso per la cattedra di Botanica a Genova è per professore ordinario, e pertanto non vi è per lui alcuna speranza. Spera almeno di avere un buon giudizio, al fine di ottenere il titolo di 1° classe al liceo. Issel sarà certamente in commissione e Gibelli potrebbe cercare di ottenere il suo appoggio, scrivendogli a Rivara nel Canavese. La famiglia di Piccone è sempre piena di guai.
Lettera inviata da Albissola Marina il 27 agosto 1885. Piccone è stato a Riva [Valdobbia] in visita a Carestia, il quale è stato 15 giorni in valle d’Aosta, al Piccolo e al Gran S. Bernardo e al lago di Combal, raccogliendo molti muschi. Ad agosto ha fatto fruttifere escursione in Valdobbia e al colle d’Olen. Peccato che disponga di pochi mezzi. Le malattie dei familiari hanno impedito a Piccone di completare lo studio delle alghe di Marcacci e il suo lavoro sui pesci fitofagi. Piccone ha letto con piacere sul Corriere della Sera la “tirata” all’indirizzo di Ardissone. Era ora che qualcuno facesse presente che non è in grado di fare cose con farina del suo sacco.