Lettera inviata da Padova l’1 marzo 1868. Ambrosi farà avere a Gibelli alcune piante rare del Trentino da lui desiderate, per inserirle nel Compendio della Flora Italiana. Saccardo comunica a Gibelli di avere preso a moglie una ragazza di Treviso e di essersi accasato a Padova. Sta preparando con De Visiani un catalogo della flora veneta.

Lettera inviata da Padova il 19 novembre 1867. Saccardo ringrazia Gibelli per avergli mandato la monografia sui licheni, fatta con Garovaglio. Immagina che, come di solito accade agli assistenti, la maggior parte del lavoro sia ricaduta sulle sue spalle e il merito sia stato in gran parte attribuito al direttore. Gibelli ha espresso il desiderio di compiere qualche escursione nel Veneto e Saccardo lo invita a venire.

Lettera inviata da Padova il 4 maggio 1867. Saccardo ringrazia Gibelli del programma della futura flora che gli aveva richiesto e degli esemplari di piante. Gli dice però che preferirebbe in futuro ricevere crittogame. Ha ricevuto la memoria di De Notaris sulle Desmidiacee.

Lettera inviata da Selva di Treviso il 19 aprile 1867. Saccardo ringrazia Gibelli della Chara cortiana, che gli aveva richiesto; gli pare identica alla Chara coronata. Gli manda un elenco delle opere sulla flora veneta. In seguito gli farà avere l’elenco dei lavori e degli autori che si sono occupati delle crittogame. Sarebbe auspicabile riuscire a compilare, con la collaborazione dei botanici italiani, una bibliografia della flora italiana. Saccardo sarebbe lieto di fare parte della Società italiana di Scienze naturali.

Lettera inviata da Padova l’8 aprile 1867. Saccardo manda a Gibelli due esemplari di Cheilanthes Szovitzii, di cui il professore de Visiani ha eseguito un dettagliata illustrazione. Saccardo accetta l’offerta di Gibelli di una corrispondenza scientifica e amichevole. Gli piacerebbe sapere il programma del volume sulla flora italiana, che sta preparando con la collaborazione di Cesati e Passerini. Ha saputo che Caruel e Rostan stanno elaborando una sinossi della flora italiana. Saccardo sta lavorando a una illustrazione delle crittogame vascolari della provincia di Trento e alla compilazione di un catalogo di quella del Veneto.

Lettera intestata “R. Orto Botanico dell’Università di Padova”, inviata da Montebelluna il 20 agosto 1881. Saccardo ha studiato i preparati microscopici avuti da Gibelli. Conclude trattarsi di un fungo del genere Diplodia. Seguono osservazioni sui caratteri differenziali con generi simili. Conferma poi l’appartenenza al genere Melanomma e Torula di altri preparati. Si tratta comunque di funghi saprogeni e non briogeni.

Lettera inviata da Joinville-le-Font il 28 gennaio 1895. Rousseau ringrazia Gibelli della pubblicazione che gli ha mandato e gliene fa avere una sua che ritiene assai interessante. Lo ringrazia ancora della sua estrema cortesia.

Lettera inviata da Joinville-le-Font il 20 gennaio 1895 in cui Rousseau ringrazia ancora Gibelli per l’invio del semi e gli dà notizie che gli sono state richieste dell’Institution du Parangon. L’istituzione si trova nel villaggio di Joinville, a mezz’ora da Parigi, e Rousseau sarebbe onoratissimo di ricevere una visita di Gibelli.

Lettera intestata “Institution du Parangon” con figura del fabbricato inviata da Joinville-le-Font il 12 gennaio 1895. Rousseau ringrazia Gibelli della premura e lo prega di ricordarsi del suo indirizzo quando gli servirà qualcosa.

Lettera intestata “Institution du Parangon” con figura del fabbricato inviata da Joinville-le-Font il 9 gennaio 1895. Lo scrivente, avendo osservato durante la sua recente visita a Torino, che all’Orto botanico vengono coltivate piante medicinali, chiede a Gibelli se è possibile avere semi freschi di Crozophora tinctoria e frutti recenti o semi freschi di Citrullus colocynthis. Rousseau è disposto a scambiare semi.

Lettera intestata “Direzione del R. Orto Botanico” inviata da Palermo il 12 maggio 1891. Ross si scusa del ritardo nello spedire a Gibelli Trifolium vesiculosum. Si tratta solo di tre esemplari, di cui uno coltivato da semi venuti da Pisa dal professor Savi, come riferito da Todaro.

Lettera intestata “Direzione del R. Orto Botanico” inviata da Palermo il 13 marzo 1891. Ross manda a Gibelli, con preghiera di restituzione, un pacco con gli esemplari richiesti di Trifolium mutabile, tra cui uno da lui stesso raccolto sull’Etna. Non vi sono esemplari di Gussone, il cui erbario è a Napoli. Gli esemplari più antichi sono di Tineo.

Lettera inviata da Parma il 24 maggio 1871. Rondani chiede a Gibelli se possiede un’opera di Ratzeburg; vorrebbe sapere il nome dei parassiti di un lepidottero. Lo prega inoltre di raccomandarlo al professore Pasi, commissario nel concorso per la cattedra di Agronomia a Pisa, cui intende partecipare.

Lettera inviata da Vaucluse il 21 febbraio 1881. Reverchon ringrazia Gibelli per le lettere di raccomandazione che gli ha preparato per il viaggio in Sardegna. Ricambierà, facendogli avere piante raccolte nel viaggio del 1881 e in quello attuale. Ringrazia anche per avergli fatto avere due lettere di Depretis, che gli saranno certamente utili ad evitare noiose perquisizioni alla dogana.

Cartolina postale inviata da Erlangen l’1 aprile 1891. Rees informa Gibelli che nel suo erbario, alla voce Trifolium multistriatum, vi è solo il n. 1751 di Schultz. Come sinonimo manca T. rumelicum, ma è riportato T. vesiculosum (Savi!).