Lettera inviata da Graglia [Biellese] l’11 marzo 1897. Selva si stupisce che il marchese della Marmora e il veterinario Perosino non abbiano assistito alla conferenza di Gibelli. Gli invierà presto il catalogo del cavalier Ramello orticoltore al Comizio, dove vi sono buone piantine di castagno.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] il 23 febbraio 1897. Selva spedisce a Gibelli un sacco contenente radici e terra di piante di castagno morenti. Aggiunge un sarchiello-zappetta di sua invenzione che potrebbe essere utile ai giardinieri e un vegetale subacqueo cresciuto nella vaschetta della sua fontana.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] il 29 gennaio 1897. Selva prega Gibelli di aprire quel suo libretto del 1872, dove a pagina 23 si parla della malattia del castagno nel Pinerolese negli anni 1869-1870. Anche nel Cuneese, come informava il professor Carlo Bruno nel 1873, esisteva qualcosa di simile.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] sempre il 27 gennaio 1897. Selva racconta a Gibelli che il veterinario Perosino ha scritto nel n. 36-1896 della Gazzetta delle campagne di Torino, diretta da Enrico Barbero, che Selva è d’accordo nell’attribuire la malattia del castagno a un’alterazione delle radici. Per fortuna lo scrivente aveva pubblicato nel 1868 una nota dove si descriveva il morbo.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] il 27 gennaio 1897. Selva ha scritto al commendatore Arcozzi-Masino, chiedendogli di rivedere sul n. 20 del 1868 del suo giornale la descrizione della malattia del castagno fatta dallo stesso Selva.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] il 17 gennaio 1897. Selva riporta il testo del giornale Economia Rurale, in cui si afferma che Perosino, Gibelli, Belli e Voglino si dedicano da anni alla malattia del castagno, senza essere pervenuti a conclusioni certe. Lo scrivente, il cui primo articolo su Economia Rurale risale al n. 22 del 1868, vorrebbe sapere da questi signori se sono in grado di indicargli un albero sulle cui foglie non sia presente un qualche parassita.
Lettera inviata da Graglia [Biellese] il 14 gennaio 1895. Selva cerca di rincuorare Gibelli che si è lamentato del suo stato di salute. Ha incaricato un amico di procurargli radici di castagni morenti, non appena se ne sarà andata la neve. Non ha più notizie di Cugini, Connu e Comes.
Lettera inviata da Oppeln, Slesia Superiore, il 7 maggio 1895. Lo scrivente elenca alcuni preparati di alghe con la località di ritrovamento, mandate a Gibelli per il museo. Se l’erbario di Torino avesse alghe in soprannumero, Schmula le accetterebbe volentieri.
Lettera inviata da Berlino il 18 novembre 1890. Sarauw ringrazia Gibelli per avergli fatto avere la traduzione francese del suo lavoro, che gli ha consentito di capire perfettamente la sua teoria sulle micorrize. Invierà a Gibelli il frutto delle sue ricerche, quando saranno pubblicate. Ha ricevuto un testo che spezza una lancia a favore del “nuovo latino”. Dalla grafia gli pare di riconoscere la mano di Gibelli e lo ringrazia. Sarauw ritiene che il nuovo latino sia facile da capire per quanti hanno studiato l’antico. E quelli che non l’hanno studiato? E’ convinto che in futuro sarà l’inglese la lingua degli scienziati.
Lettera inviata da Berlino il 4 novembre 1890. Sarauw tarda a restituire i lavori a Gibelli, perché li ha voluti trascrivere almeno per metà e purtroppo ha parecchie difficoltà con l’italiano. Commenta poi alcune parti dei due lavori e cita opere a lui note sullo stesso argomento, facendo dettagliate osservazioni. Chiede infine alcune spiegazioni su termini in italiano usati da Gibelli.
Lettera inviata da Berlino il 6 ottobre 1890. Lo scrivente, danese, si scusa per il cattivo italiano. Attualmente studia Fisiologia vegetale all’Accademia Agronomica di Berlino dal professor Frank. Ha già lavorato a Monaco e a Copenhagen. Sa che Gibelli si è occupato di micorrize degli alberi forestali, ma a Berlino non riesce a trovare i suoi lavori. Chiede a Gibelli se può fargli avere due pubblicazioni, di cui acclude il titolo, sulla malattia del castagno.
Lettera intestata “Comizio agrario del Circondario di Modena”, inviata da Modena il 21 maggio 1879. Lo scrivente fa avere a Gibelli una dettagliata relazione, in risposta all’inchiesta agraria richiesta, in cui si tratta dell’industria agraria, delle varie piante arboree presenti, delle piante di uso alimentare e industriale e delle malattie delle piante.
Lettera inviata da Vittorio [Veneto] il 12 ottobre 1882. Saccardo è soddisfatto che Penzig sia stato chiamato alla stazione agronomica di Modena. Purtroppo però sarà arduo trovare un sostituto! Saccardo vorrebbe mettersi d’accordo con Gibelli e Passerini sulla nomina del responsabile del laboratorio di Pavia. Specifica a Gibelli la collocazione esatta sulla rivista Michelia della diagnosi dei tre funghi ricevuti [v. lettera n. 98.1]
Lettera su carta intestata “R. Università di Padova - Istituto ed Orto Botanico”, inviata da Padova il 9 giugno 1893. Saccardo ha avuto notizia che all’Accademia dei Lincei qualche botanico ha osteggiato il suo nome alla nomina di corrispondente [v. anche lettera n. 98.1; fu eletto socio corrispondente solo nel 1904]. Vorrebbe sapere il nome dei suoi avversari.