Lettera inviata da Messina il 3 dicembre 1882. Borzì ha saputo da Griffini l’esito dei concorsi di Torino e di Pavia. E’ in ansia perché la commissione non ha ancora deciso per la sua eleggibilità. Spera che il suo ultimo lavoro, Studi algologici, sia apprezzato dalla commissione. Comunica a Gibelli che gliene farà avere una copia, non appena sarà stampato. Borzì accetta lo scambio di piante propostogli. Ne dispone di due o tre centurie; si tratta di piante sicule calabresi. Gradirebbe in cambio soprattutto piante forestali.
Lettera inviata da Corriolo (Me), il 21 ottobre 1882. Borzì si trova in campagna per motivi di salute. Vorrebbe sapere da Gibelli se la commissione gli ha concesso l’eleggibilità al concorso a cattedra per Pavia e Torino. Non pensa a vincere, però l’eleggibilità lo aiuterebbe ad essere nominato facilmente professore ordinario a Messina.
Lettera inviata da Firenze il 18 febbraio 1878. Borzì riferisce a Gibelli le ricerche in corso sulla sessualità dei licheni. Critica alcuni botanici, come De Notaris, Fries e Nylander, per certe loro convinzioni sull’argomento. Lo scrivente ringrazia Gibelli, il quale ritiene corretta la sua impostazione delle ricerche in atto, suggeritegli dal professore Delpino. Per l’invio di esemplari di Elephantisia è stato incaricato il dottor Nicotra di Messina. Chiede ancora a Gibelli se, durante le sue escursioni, può raccogliergli sclerozi di Peziza per le sue ricerche sulla sessualità dei licheni.
Lettera inviata da Portici il 2 agosto 1897. Berlese ha saputo dal fratello Napoleone che Gibelli desidera avere le quietanze relative alla Rivista di Patologia Vegetale. La somma dovrebbe essergli inviata a Firenze, dove si trova in vacanza.
Lettera inviata da Pollone il 26 dicembre 1874. Piacenza ha saputo dal commendatore Miraglia che è stata affidata a Gibelli la ricerca sulla malattia del castagno. Spera che Gibelli sia in possesso degli studi del professore Celi. Sarebbe però opportuno che venisse nel Biellese, per vedere di persona i danni arrecati dalla malattia. Piacenza gli farebbe conoscere il dottore Selva, che per primo segnalò il fenomeno.
Lettera inviata da Pollone il 29 ottobre 1876 . I tentativi di cura della malattia del castagno praticati da Piacenza non sono riusciti. Ritiene che la malattia che colpisce essenzialmente la valle dell’Elvo, e non del Cervo, sia favorita dall’umidità proveniente dalle risaie. Segue un dettagliato elenco dei risultati ottenuti dalle “medicazioni” di vari gruppi di castagni.
Lettera inviata da [nome illeggibile] di Selva il 12 maggio 1877. Nella lettera del 10 aprile Gibelli chiede un’altra tonnellata di terra, che Zechini dice gli sarà spedita quanto prima.
Lettera inviata da [nome illeggibile] di Selva il 14 marzo 1877. Zechini comunica a Gibelli una serie di precisazioni riguardanti l’invio di terra e di piante di castagno.
Lettera inviata da [nome illeggibile] di Selva il 6 marzo 1877. Lo scrivente si dichiara disponibile a fare avere a Gibelli una tonnellata di terra di castagneti, raccolta secondo le modalità da lui richieste. Aggiunge un preventivo della spesa complessiva. Manderà la terra quando la neve se ne sarà andata.
Lettera inviata da San Pietroburgo il 17 marzo 1897. Woronin non ha potuto badare al dottore Baldacci, assistente di Gibelli, durante la sua visita a San Pietroburgo, perché malato. Ora sta un po’ meglio, però l’età si fa sempre più sentire.
Cartolina postale inviata a Gibelli e Belli da Praga il 5 marzo 1890. Lo scrivente afferma che il Trifolium physodes Stev. non è mai stato trovato in Spagna. Probabilmente Bieberstein ha inteso come “Iberia” quella parte del Caucaso che nell’antichità si chiamava Iberia.
Lettera inviata da Praga a Gibelli e a Belli il 6 novembre 1889. Willkomm fa avere ai due studiosi due esemplari di Trifolium Bonannii Presl e un esemplare del trifoglio raccolto in Aragona, probabile varietà del T. Bonannii. Ringrazia per il lavoro sui trifogli pubblicato su Malpighia.
Lettera inviata da Praga il 9 marzo 1887. Purtroppo lo scrivente non possiede il trifoglio dell’Aragonese richiestogli. Ne possiede alcuni esemplari il professore Enriques di Coimbra.
