La biblioteca privata di Enrico Castelnuovo è oggi conservata presso la Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”: seppur separata dal fondo archivistico, carte e libri sono oggi riuniti nella comune sede del Palazzo del Rettorato. Il fondo librario, come naturale, rispecchia gli interessi e i temi di ricerca del suo possessore: in cima alla lista, per numero di ricorrenze nel catalogo, le pubblicazioni dedicate agli sviluppi della pittura tra Avignone e l’Italia centrale dal Duecento al Trecento, all’autunno del medioevo lungo l’arco alpino, al gotico internazionale, al revival e alle riletture del medioevo nel XIX secolo, alla figura dell’artista e infine alle vetrate. Castelnuovo è stato un vorace e curioso lettore e vanta una quarantennale collaborazione con le case editrici Einaudi e UTET e con gli inserti culturali de «La Stampa», «Il Sole 24 Ore» e «L’Indice dei libri del mese». Lo attestano i 15.000 titoli censiti nell’abitazione torinese (e in parte nella residenza di Cortina d’Ampezzo), acquistati e ricevuti nell’arco di tutta la vita: monografie e miscellanee, cataloghi di mostre, atti di convegni, guide e alcune serie di periodici non complete. Tra questi si segnalano circa 200 libri antichi e, come ricorrente per un docente universitario, tesi di laurea, di dottorato e di perfezionamento di vari Atenei stranieri e italiani, raccolte in qualità di relatore o per interesse verso l’argomento di ricerca. Della biblioteca privata di Castelnuovo l’Università accoglie oggi circa 12.000 volumi, timbrati con la dicitura “Dono Enrico Castelnuovo” e riuniti al piano terra della sala Athenaeum (ad esclusione dei libri antichi, collocati nelle sale storiche della biblioteca, e dei periodici, nella sala lettura).
In vista della donazione la biblioteca, come l’archivio privato, è stata censita da Paola Boccalatte e Davide Bobba. Gli interventi di riordino antecedenti al trasferimento nel Palazzo del Rettorato si sono limitati a riaggregare nuclei tematici, serie di periodici, collane e volumi in più tomi fuori posto, senza intervenire sull’ordinamento complessivo, peraltro non sempre significativo. Oltre alle copie plurime, scartate, sono state estrapolate dal corpus un centinaio di unità dal figlio Guido Castelnuovo; le opere di letteratura classica e contemporanea, di critica letteraria e di filosofia, in apparenza estranee ai filoni di ricerca di Castelnuovo e della moglie, sono state donate al Liceo “C. Cavour” di Torino, per un totale di 723 volumi. Nel 2009 la biblioteca della Fondazione Torino Musei aveva già accolto 451 opere: le tematiche, ascrivibili al settore storico-artistico, spaziano dal medioevo al secondo Novecento, con un nucleo significativo di titoli sull’arte e l’architettura contemporanea (per lo più cataloghi di mostre) e alcune tesi discusse in varie Università italiane e a Losanna.
Il lavoro preliminare alla donazione mirava inoltre a tenere traccia della collocazione dei volumi nell’appartamento: il primo censimento della biblioteca non solo indicizza i dati bibliografici (autore o curatore, titolo, editore, luogo, data di edizione e note), ma di ogni opera registra la stanza e la posizione nello scaffale. I materiali allegati ai libri (lettere, biglietti, cartoline, appunti, ecc.) sono stati estratti e aggregati all’archivio, previa apposizione del numero di corda del volume di provenienza; allo stesso modo si è proceduto coi materiali a stampa e la letteratura grigia rinvenuti negli scaffali (opuscoli e dépliant di musei, mostre, chiese, siti archeologici, convegni), radunati e inseriti in faldoni.