Lettera inviata da Pavia il 17 aprile 1860, in cui lo scrivente è ancora riconoscente a Moris per aver propugnato, quale vicepresidente del Consiglio della Pubblica Istruzione, la sua innocenza politica di fronte a calunniose insinuazioni. Ha però nuovamente bisogno del suo aiuto, avendo avuto notizia che il ministro conte Mamiani ha deciso di incaricare l’Ispettorato Generale degli Studi Universitari dell’assegnazione degli incarichi definitivi. Prega pertanto Moris di segnalarlo all’Ispettore Generale professore Demaria, affinché venga tenuto in considerazione per la nomina a direttore stabile dell’orto botanico, cui da molti anni ha dedicato la massima attenzione, ottenendo i risultati che Moris ha potuto constatare.
Lettera senza data e località di invio. Lo scrivente ha sentito parlare della gentilezza di Moris, che non lo conosce ancora, e lo prega di presentare all’Accademia delle Scienze di Torino alcune sue pubblicazioni sulle crittogame dell’Italia settentrionale.
Lettera, intestata “Liceo di Asti”, inviata da Asti il 19 ottobre 1862, in cui Garino, bibliotecario del Liceo, chiede se è opportuno acquistare per la scuola il libro Septum bothanicum. In alternativa prega Moris di suggerirgli opere botaniche meritevoli di acquisto.
Lettera inviata da Montemagno (At) il 31 marzo 1847, in cui lo scrivente dice a Moris di avergli inviato due assaggi di vino, uno di grignolino, come da lui richiesto, e il secondo di un altro ottimo e squisito vino. Se la seconda qualità non gli interessasse, lo prega di farla avere al signor Bertini, caffettiere e liquorista in via della Rocca presso il teatro Gerbino (casa Brocchi). Garino chiede a Moris di avvertire Lisa che tenga pronte le piante richieste tempo addietro.
Lettera inviata da Toirano il 30 dicembre 1858, in cui si fanno a Moris gli auguri per l’anno nuovo e gli si annuncia l’invio di una scatola di fichi secchi.
Lettera inviata da Toirano il 30 dicembre 1857, per fare gli auguri per l’anno nuovo; invia la solita scatola di fichi secchi. Per quanto riguarda il figlio Armando, Garassini ha deciso di seguire il suggerimento del conte Galli di attendere la primavera per fare domanda di cambiamento di corpo.
Lettera inviata da Toirano (Sv) il 23 gennaio 1856, in cui lo scrivente comunica a Moris di avere affidato una scatola di fichi al vetturale Gandolfo, da consegnare al magazzino del signor Lorenzo Strocco, che dovrà farglielo pervenire a casa. Si augura un periodo di pace, di modo che suo figlio Onesto possa tornare in patria. Il vino di arancio da lui prodotto è stato premiato a Parigi e l’aceto ha avuto una menzione onorevole.
Lettera inviata da Toirano (Sv) il 3 dicembre 1855, in cui Garassini porge a Moris gli auguri per il nuovo anno e lo ringrazia per aver raccomandato il proprio figlio Armando al cavaliere Rocci. L’altro figlio, Onesto, si trova da alcuni mesi in Crimea. Il gelo straordinario della settimana passata ha fatto morire gli alberi di limone e le arance. Con i frutti farà dell’ottimo aceto; quest’anno con i frutti di varie specie di agrumi spera di fare un vino andante. Invia i saluti al cavaliere Peveraro e al marchese Alfieri.
Lettera, mancante della località di invio, dell’8 maggio 1847. Nella lettera è specificato il programma del corso di Diritto Commerciale. Successivamente viene espresso un giudizio sul profitto di tre allievi, Demaria, Montaloi (?) e Pugnani.
Lettera inviata da Torino l’8 agosto 1886. Gallo è incerto sul da farsi, avendogli il signor Giacosa chiesto notizie della domanda da lui fatta al consigliere Sella. Quest’ultimo non è attualmente a Torino e Giacosa ha urgenza di conoscere la risposta, poiché se la domanda non venisse accolta, sarebbe costretto a lasciare Torino.
Lettera inviata da Morano (Al) il 19 gennaio 1860, in cui Gallo annuncia di ritardare la ripresa del lavoro, non essendosi ancora del tutto ristabilito. Prega Moris di avvertire il successore del ministro Casati, dimessosi da pochissimo tempo, e il suo segretario generale cavaliere Fava.
Lettera inviata da Finale Borgo (Sv) il 16 maggio 1840, in cui il figlio di Giorgio Gallesio, Giovanni Battista, fornisce particolari circa il trasporto a Torino da Finale di tronchi di palma e di arancio.
Lettera inviata da Finale (Sv) l’1 dicembre 1831, in cui Gallesio comunica a Moris di avergli spedito il suo opuscoletto Teoria della riproduzione vegetale; invierà quanto prima anche il Trattato sul Fico. In entrambi è possibile comprendere di quale nuova teoria si tratti. Consiglia a Moris di leggere anche quanto ha scritto sul mutismo di alcuni frutti e le note, che specifica, sulla Pomona Italiana. Gallesio è seccato con i francesi, specie con Sageret e Turpin, che ostacolano la sua teoria, che invece è stata accettata di buon grado dagli inglesi. Desiderebbe avere una piantina di Citrus hispida: la si potrebbe chiedere a Colla. Invia i saluti a Carena e a Molineri.