Lettera inviata da Parigi il 26 luglio 1846. Moris ringrazia Delponte per le notizie sul viaggio di Lisa e per l’andamento dei lavori all’Orto Botanico. In una delle due nuove serre potranno essere messe orchidee di cui l’orto torinese è privo. E’ partita da Parigi la cassa di piante annunciata nella lettera precedente. Spera che Lisa gli mandi piante alpine da scambiare a Parigi con piante locali.
Lettera inviata da Parigi il 19 luglio 1846 a Delponte. Moris ringrazia Delponte delle cure che presta, in sua assenza, all’Orto Botanico. Ha consultato l’erbario di Desfontaines (Flora Atlantica); molte attribuzioni sono errate. Ha iniziato a consultare quello di Webb, di cui ha determinato le Amentaceae, ed ora sta esaminando le infinite specie di Genista descritte da Spach. Passerà infine all’erbario di Gay e a quello di Delessert. Spedirà una cassa di piante, in parte donategli dal Jardin des plantes e in parte acquistate da Cels. Invia i saluti a Giusta, a Manhefeldt, Battista e Lisa.
Lettera inviata da Parigi l’ 8 luglio 1846 a Delponte. Moris ringrazia Delponte per l’invio di piante a De Candolle e per l’attenzione prestata ai lavori in corso all’Orto Botanico di Torino. Sta consultando l’erbario di Flora Atlantica. Vedrà in seguito quelli di Webb e di Gay e la biblioteca di Delessert. Jussieu è stato contento della traduzione eseguita da Delponte dei suoi elementi. Manda i saluti a Giusta, a Manhefeldt, a Lisa, se non è ancora partito e a Battista.
Lettera inviata da Torino il 19 luglio 1864 a un "molto reverendo signore” non identificabile, che gli ha mandato alcune sue opere, che trattano del rapporto dei vegetali con ossigeno e anidride carbonica. Moris si congratula con il destinatario della lettera, anche per la sua bravura ad improvvisare versi, in alcuni dei quali è stato ricordato il suo nome.
Lettera inviata da Torino il 3 novembre 1841. Moris deve avere ricevuto l’offerta di trasferimento a Firenze e in termini garbati rifiuta l’invito. Stima molto i professori locali e il direttore Antinori. Però è molto legato al re Carlo Alberto, alla regina e ai numerosi amici di Torino, in particolare al duca di Genova, da lui ammaestrato nella Botanica.
Lettera inviata da Pavia il 27 settembre 1844. Moretti incarica Moris di acquistargli Hortus Vindobonensis al prezzo di 180 franchi e di spedirlo a Milano al libraio Meisner. Se possibile, dovrebbe accludere al libro alcuni esemplari di piante di Sardegna.
Lettera inviata da Pavia il 13 agosto 1844. Moretti invia a Moris, tramite il professore Comolli, alcune copie della continuazione del suo lavoro sulle opere del Mattioli. Ne farà avere una anche al re Carlo Alberto e una a Promis, bibliotecario di Sua Maestà. Presto uscirà il 24° volume di Biblioteca agraria, che invierà a Carlo Alberto con una lettera dove gli chiederà se ha ricevuto i precedenti 23 volumi. Moretti spera di vedere Moris alla riunione degli Scienziati a Milano e di averlo al termine per qualche giorno a Pavia, dove potrà consultare la Flora Graeca di Sibthorp e il Pamphyton siculum di Cupani, acquistati da poco.
Lettera inviata da Pavia il 27 febbraio 1844. Lo scrivente è in attesa della risposta di Promis, se abbia fatto cenno a Carlo Alberto dei 23 volumi della Biblioteca Agraria, di cui alla precedente lettera. Moretti è perplesso se scrivere direttamente al Re, come suggerito da Moris. Non vorrebbe mettere in imbarazzo il sovrano, che non gli ha mai fatto cenno del dono. A Moretti interesserebbe semplicemente sapere se il libraio Bocca ha consegnato i volumi.
Lettera inviata da Pavia il 12 febbraio 1844. Moretti è tornato da Milano, dove ha illustrato le opere botaniche di Pier Andrea Mattioli. Acclude allo scritto una lettera per il cavaliere Promis, pregandolo di consegnare alcuni suoi lavori a Carlo Alberto, al fine di ricordargli l’invio, nel 1840, dei 23 volumi della sua Biblioteca Agraria.
Lettera inviata da Pavia il 15 luglio 1843. Il Rettore di Pavia desidera sapere se è stata accolta la domanda di un distintissimo giovane di Domo d’Ossola [sic!], di cui unisce il cartellino, che vorrebbe frequentare la facoltà di Medicina a Torino.
Lettera inviata da Pavia il 16 aprile 1833. Lo scrivente ha tardato a scrivere a Moris perché ancora sconvolto dalla disgrazia che l’ha colpito. Segue un lungo elenco di semi richiesti. In un P.S. Moretti prega Moris di salutare Genè e di fargli sapere che S.M. l’Imperatore lo ha nominato stabilmente professore di Botanica a Pavia.
Lettera inviata da Pavia il 5 marzo 1831. Moretti ringrazia Moris di avergli mandato alcune opere di De Candolle padre e figlio ed alcuni semi richiesti. Si dichiara addolorato per la morte di Balbis; avrebbe voluto venire ad abbracciarlo nelle vacanze di Pasqua. Vorrebbe pubblicare un necrologio e chiede a Moris notizie precise sulla vita e sulle opere di Balbis.
Lettera inviata da Pavia il 15 giugno 1848, dove Moretti informa Moris sui regolamenti degli studi nell’Impero austriaco. E’ presente un’accozzaglia di decreti aulici e imperiali, a volte in contraddizione tra di loro. Esistono inoltre in archivio due opere in lingua tedesca che non sono in commercio. Gli invia il prospetto annuale degli studi con l’elenco delle cattedre, con la rispettiva durata dei corsi.
Lettera inviata da Pavia il 20 novembre 1847, in cui Moretti prega Moris di aiutare, come già aveva fatto con Antonio Gazzaniga, il giovane farmacista Carlo Cristiani di Casteggio.
Lettera inviata da Pavia l’11 dicembre 1844. Lo scrivente ringrazia Moris di avergli mandato, tramite il dottor Piccaroli, il volume di Flora Sardoa. Gli chiede se ha ricevuto i testi di Tabernemontanus, Camerarius e Maranta. Le lezioni di Botanica nelle Università dell’Impero austriaco iniziano il I° aprile e terminano in agosto.