Lettera inviata da Genova il 17 novembre 1858. De Notaris è rientrato a Genova e si sente depresso e poco incline a riprendere il lavoro. Si limiterà ad occuparsi solo della scuola. A Genova è stata applaudita la nomina dei professori Ageno e Bensa. Ha visto il primo fascicolo della Flora Italica Cryptogama di Bertoloni. Altro che 25 anni di ritardo! [Il riferimento è all’accusa di Gottsche a De Notaris, di essere fermo al passato – vedi lettera n. 245.22]. L’opera di Bertoloni farà la fine di Species di Sprengel e di Synopsis di Dietrich, che più nessuno consulta.
Lettera inviata da Mergozzo il 27 ottobre 1858. De Notaris non riuscirà ad accettare l’invito di Moris [vedi lettera n. 245.22], essendo stato assalito da un attacco di risipola biliosa alla faccia, che ha contribuito ad assottigliare la sua cassa. Le sanguisughe a mezzo franco l’una!
Lettera inviata da Mergozzo il 10 ottobre 1858. Bucco è stato a Mergozzo a visitare De Notaris e assieme hanno fatto qualche escursione sulle rive del lago d’Orta e sul Monterone [oggi Mottarone]. Il 20 ottobre De Notaris e le sue donne partiranno per Novara; solo allora saprà se sarà possibile accogliere l’invito d Moris di passare due giorni nella sua casa di campagna [situata a Villarbasse, in provincia di Torino]. De Notaris è disgustato del “furibondo” articolo critico di Gottsche di Altona, pubblicato su Botanische Zeitung, sul suo opuscolo Jungermanniarum Americanarum Pugillus. La critica è dovuta alla divergenza di opinioni tra Gottsche e Lehman, e all’inimicizia creatasi tra i due, dopo le biliose osservazioni fatte dal primo al Pugillus X di Lehman, riversatesi anche sull’articolo di De Notaris, accusato di essere indietro di 25 anni. Quest’ultimo è convinto che tutti gli esperti di epatiche dissentiranno dalle affermazioni di Gottsche. Ha saputo con piacere che il terzo volume di Flora Sardoa è in stampa.
Lettera inviata da Genova il 5 luglio 1858. De Notaris raccomanda nuovamente De Giuli. Non dovrebbero esservi difficoltà ad accogliere la sua richiesta: Persiani ha assicurato De Notaris che già altre volte sono stati convalidati gli studi fatti da giovani di agiate famiglie genovesi presso il teologo Ramella. De Notaris segnala a Moris una persona raccomandata da Massalongo, Alessandro Bianco, cui è già stata assegnata una condotta, che chiede gli sia concesso un ritardo nella consegna della tesi. Il dottore Ageno, fondatore del gabinetto anatomico patologico, verrà a Torino e vorrà salutare Moris. De Notaris prega Moris di fargli avere qualche sussidio per potere lavorare meglio.
Lettera inviata da Genova il 5 luglio 1858. De Notaris raccomanda nuovamente De Giuli. Non dovrebbero esservi difficoltà ad accogliere la sua richiesta: Persiani ha assicurato De Notaris che già altre volte sono stati convalidati gli studi fatti da giovani di agiate famiglie genovesi presso il teologo Ramella. De Notaris segnala a Moris una persona raccomandata da Massalongo, Alessandro Bianco, cui è già stata assegnata una condotta, che chiede gli sia concesso un ritardo nella consegna della tesi. Il dottore Ageno, fondatore del gabinetto anatomico patologico, verrà a Torino e vorrà salutare Moris. De Notaris prega Moris di fargli avere qualche sussidio per potere lavorare meglio.
Lettera inviata da Genova il 28 gennaio 1857. De Notaris ringrazia Moris di avergli spedito le copie della nona decade dei micromiceti, assieme alle piante richieste: le piante della Sardegna, segnate di suo pugno da Moris, gli sono ancora più preziose delle piante alpine. Ha trovato un esemplare di Potentilla saxifraga di Ardoino e vorrebbe sapere la località precisa delle Alpi dove è stata trovata.
Lettera inviata da Genova il 24 giugno 1858. La domanda di De Giuli è stata presentata al Rettore dell’Università di Genova. De Notaris supplica Moris di fare il possibile per far sì che la richiesta venga accolta. Se dovesse essere respinta, De Notaris non avrebbe il coraggio di presentarsi a Mergozzo e di accettare l’alloggio che i De Giuli gli hanno offerto.
Lettera inviata da Genova il 22 giugno 1858. Nei prossimi giorni verrà a Torino il dottor Ageno, dissettore presso la scuola di Anatomia ed attualmente incaricato delle lezioni, per presentare egli stesso i titoli al fine ottenere la cattedra recentemenete messa a concorso. De Notaris chiede a Moris di appoggiarlo, trattandosi di un buon acquisto per l’Università di Genova. Ha sostituito con successo il professore Tomati. Chiede anche di appoggiare la domanda di un certo De Giuli che vorrebbe convalidati gli esami del secondo anno di filosofia, per potere essere ammesso all’esame per l’accesso a Magistero. Il ragazzo fa parte di una famiglia di Mergozzo, presso cui De Notaris probabilmente passerà le vacanze. De Notaris espone a Moris come ripartirebbe la cifra destinata all’orto, senza chiedere un supplemento per fare un viaggio retribuito, che già sa che non gli verrebbe concesso.
Lettera inviata da Genova il 31 maggio 1858. Nei giorni passati De Notaris ha fatto una breve escursione ad Ovada e ne è tornato ritemprato. Ringrazia Moris per l’interessamento al fine di fargli ottenere la pensione di anzianità, anche se la cosa non ha avuto successo. Si lamenta nuovamente delle sue ristrettezze economiche. Non sa se riuscirà ad andare in vacanza; avrebbe dovuto chiedere un aumento della dotazione per l’orto botanico.
Lettera inviata da Genova il 9 aprile 1858. Di ritorno da S. Siro di Struppa De Notaris ha ricevuto da Tenore un plico contenente uno scritto da fare pervenire a Moris e un altro da mandare, tramite lo stesso Moris, a Seringe. De Notaris, dietro suggerimento del segretario dell’Università, aspetterà la fine delle vacanze per presentare domanda per ottenere il trattenimento rimasto disponibile nella facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche dopo la morte del cavaliere Foppiani. Tale trattenimento dipende infatti dalla predetta facoltà, essendo De Notaris, con Sassi, Peyrone e Canobbio, stato obbligato a trasferirvisi da Medicina. Casaretto dovrebbe avere mandato a Moris le piante brasiliane; De Notaris ha trattenuto i licheni per esaminarli. Nella cappella destinata all’erbario è stato levato l’altare ed è stata chiusa la comunicazione con l’alloggio del professor Grillo [vedi lettera n. 242.26]. De Notaris teme che nel presente anno l’Oidium attaccherà i vigneti, i cereali e i maggenghi.
Lettera inviata da Genova il 12 marzo 1858. De Notaris ringrazia Moris per i tentativi di fargli avere la pensione di anziantà, anche se non residente a Torino. Nel Lombardo-Veneto tale limitazione non esiste. Rifiuta l’offerta di aiuto da parte di Moris. In caso di assoluta necessità, si priverebbe di qualche oggetto di valore che ancora possiede, come ha fatto in passato, cedendo sotto costo alla locale Accademia delle Scienze le opere di Hedwig e di Schwaegrichen e l’opera Scottish Cryptogamic Flora. Il governo dovrebbe tenere conto che lui non esercita la professione. Si rammarica di molte scelte fatte in passato.
Lettera inviata da Genova il 5 marzo 1858. De Notaris ha ricevuto i semi da Moris, cui riferisce di alcune Boraginaceae presenti nell’erbario genovese. Non è riuscito per parecchio tempo a lavorare per il freddo: si è occupato solo della scuola e del riordino dei suoi libri e delle piante crittogamiche, per cui ha sprecato tutti i suoi averi. Non vorrebbe che sua figlia, cui non è certo di riuscire a procurare un corredo in caso di matrimonio, avesse da maledire le sciocchezze paterne per lo spreco di somme che avrebbero potuto essere risparmiate. Non ha quattrini neppure per l’acquisto di abiti e di lingeria. Arrossisce se qualche illustre collega viene a visitarlo. Se non fosse che moglie e figlia avessero in lui l’unico sostegno, non avrebbe dubbi nel trovare qualche disperato rimedio. Tutto la sua dedizione al lavoro non gli è servita a nulla: solo avvilimento e miseria.
Lettera inviata da Genova il 10 gennaio 1858. De Notaris ringrazia Moris per avergli trasmesso la lettera di van den (sic!) Bosch. Probabilmente arriverà anche un pacco di muschi. Non riesce a lavorare all’orto per il freddo: non è mai stato in grado di comperare un Franklin e per togliersi il freddo non ha altra risorsa che uscire e battere il selciato come un disperato! Gli “stamponi” richiesti da Moris sono nelle mani di Gennari, che li spedirà quanto prima al cavaliere Eugenio Sismonda. Il litografo Armanino è in ritardo con la consegna delle tavole dei muschi. De Notaris prega Moris, nel caso che all’Accademia si trattasse di nominare nuovi soci corrispondenti, di proporre van den Bosch di Goes nei Paesi Bassi, illustratore della flora di Giava e Durieu de Maisonneneuve, direttore del nuovo Jardin des Plantes di Bordeaux. De Notaris chiede a Moris se, come socio non residente dell’Accademia, non gli spetterebbe la pensione per anzianità. Ne avrebbe tanto bisogno!
Lettera inviata da Genova il 12 dicembre 1857. De Notaris manda a Moris, da presentare all’Accademia, il manoscritto di cui gli ha parlato in una lettera recente.
Lettera inviata da Genova il 14 novembre 1857. De Notaris risente ancora della serenità provata durante la vacanza sui monti piemontesi e nei giorni passati a Torino con le sue donne. Ha sollecitato Baglietto a presentare domanda per succedere come assistente al posto lasciato vacante da Gennari. De Notaris compilerà il solito catalogo dei semi e poi si dedicherà all’analisi delle alghe e dei muschi di Sardegna della collezione di Moris. Moglie e figlia lo incalzano affinché non si dimentichi di presentare i loro saluti a Moris, alla sua gentile damigella, alla suocera e a tota Marianna
Lettera inviata da Genova il 6 novembre 1857. De Notaris ha dato allo stampatore il catalogo dei semi e pertanto può iniziare ad occuparsi dei muschi e delle epatiche della collezione di Moris. Manderà presto per l’Accademia un piccolo lavoro sulle epatiche italiane. Ha saputo della nomina di Baglietto e ne è felicissimo. De Notaris è stato invece sorpreso della nomina del professore Gardella a Preside del Collegio e Facoltà Farmaceutica per il prossimo anno scolastico. Per turno l’incarico sarebbe toccato a Canizzaro e per anzianità allo stesso De Notaris, che purtroppo non è in buoni rapporti con l’attuale ministro.
Lettera inviata da Genova il 6 gennaio 1857. E’ passato il Capodanno, senza che De Notaris abbia mandato gli auguri a Moris: lui e la moglie erano malati. E’ scontento del comportamento del Presidente del Consiglio Universitario a favore dell’inquilino della villa di Pietra minuta, il quale non sloggia, perché sicuro del suo appoggio. Dovrà in seguito prendere alloggio nell’Università, al posto ora occupato dal vice-giardiniere Giuseppe Canepa. Prega Moris di non fare cenno di queste sue preoccupazioni, perché non vorrebbe urtarsi con quelle persone. Ha ricevuto da Bertoloni l’ultimo tomo di Flora Italica, con “l’abbondante ritratto dell’autore”. Questo volume è più meschino degli altri: è un oltraggio al buon senso dei botanici italiani collocare il genere Chara in Monoecia monandria!
De Notaris ha ricevuto una lettera del conte Gallina, in cui gli comunica che gli è stata assegnata la “sovrana beneficenza”. Suo suocero ha diffuso la notizia e tutta Genova si è congratulata con lui.