Lettera senza località di spedizione, inviata il 9 febbraio 1840. Saluzzo dice a Moris che Sua Maestà gradirà molto il lavoro dello scultore Baruzzi [vedi lettera di Bertoloni n° 29.22] e sarà contento di sapere che il marmo di Pinerolo è molto prezioso.
Lettera inviata da Santhià il 12 marzo 1860. Sala si rivolge a Moris poiché ritiene che il signor Aimonino sia riuscito a ottenere dall’amministrazione comunale l’apertura di una nuova farmacia, in quanto amico del sindaco. Lo scrivente sarebbe relegato con il suo esercizio all’interno dell’ospedale; il nocumento per gli attuali farmacisti sarebbe grave. Sala chiede a Moris di far presente la situazione ai membri del Consiglio Sanitario.
Lettera inviata da Chambéry il 4 agosto 1858. Saint Martin si rivolge a Moris per segnalargli che a Chambéry è da assegnare la cattedra di Istituzioni Medico-chirurgiche. I concorrenti sono due, il dottor Carret e il dottor Massola, amico di chi scrive. In Savoia tutte le cariche importanti vengono assegnate ai locali, riuniti sotto l’insegna del Corriere delle Alpi, di cui Carret è tra i principali sostenitori; è stato anche acerrimo avversario del professore Savoyer. Massola è originario di Alessandria e viene ridicolizzato come si usa fare con i piemontesi. Saint Martin segnala la situazione a Moris, in quanto membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Lettera inviata da Venezia il 30 marzo 1844. Lo scrivente ringrazia Moris per il catalogo dei semi. Gradirebbe avere anche un elenco delle piante vive disponibili. Segue un elenco di piante che potrebbero essere date in scambio.
Lettera inviata da Torino il 7 luglio 1852. Lo scrivente ha incontrato a casa dell’abate Aporti il professore Moris, il cui figlio intende presentarsi agli esami. Analogo problema ha il figlio del conte Maffei. Rasetti [?] prega Moris di presentare una domanda, che verrà presentata al ministero della Pubblica Istruzione.
Lettera inviata da Perrero di Pinerolo il 2 ottobre 1862. Rostan non è riuscito a vedere Moris a Torino, perché era ancora in campagna. E’ molto interessato alla botanica, ma il suo lavoro di medico gli impedisce di intraprendere lavori di lungo respiro e quindi si occupa essenzialmente della flora del Piemonte: gli è perciò indispensabile consultare sovente gli erbari del Valentino, specie quelli di Allioni, Bellardi, Colla e Biroli. Rostan spera di trovare il tempo per mandare qualche nota all’Accademia. Vorrebbe potersi dedicare interamente allo studio: sarebbe felice di avere la carica di conservatore dell’erbario torinese.
Lettera inviata da Perrero di Pinerolo il 15 novembre 1859. Rostan chiede a Moris se ha ricevuto alcune piante che gli ha mandato. Ha intenzione di sistemare per ordine di volume e di tavola le figure dell’Iconographia Taurinensis citate da Allioni. Facendo il paragone con altre opere, ha però trovato parecchi errori e pertanto invierà il signor Allis di Torino a controlllare sugli originali. L’ Iconographia è di fatto un catalogo delle piante piemontesi. Rostan ha pregato Allis di fargli un elenco anche delle piante indigene rappresentate nei volumi posteriori al 28°, l’ultimo citato da Allioni. Prega Moris di favorire Allis nella ricerca.
Lettera senza data e località di invio. Rostan si è finalmete deciso a spedire le piante raccolte, perché desidera recuperare almeno le spese. Prega Moris, qualora venisse interpellato sulle sue qualità di botanico, di fornire informazioni rassicuranti. Rostan elenca una serie di botanici piemontesi e stranieri con cui è in rapporto e di cui conosce le opere.